Fiabe migranti

“Travelling Tales – Fiabe migranti”, è questo il titolo del nuovo libro che raccoglie racconti inventati dai bambini provenienti da diverse parti del mondo ora bloccati nei campi profughi di Vasilika, Oreokastro e Lagadikia in Grecia

Traveling Tales – Fiabe migranti” nasce dall’idea di Debora e Beatriz Castiglione, due ragazze brasiliane che lavorano a Salonicco a contatto con quei migranti accolti nei campi controllati dall’esercito. Le situazioni di disagio e isolamento vissute dagli immigrati hanno spinto i volontari e le organizzazioni del posto a pensare a soluzioni abitative alternative ai campi militari, per aiutare le famiglie di passaggio a vivere dignitosamente. Grazie a un progetto collettivo nasce così un nuovo libro che raccoglie le fiabe inventate dai bambini provenienti da diverse parti del mondo, bloccati nei campi di Vasilika, Oreokastro e Lagadikia, in Grecia, in attesa di proseguire il proprio viaggio e di raggiungere l’Europa.

Nella raccolta si potrà leggere ad esempio la storia della principessa Amira, che grazie alla magia di una fata inizia a viaggiare per il mondo fino ad arrivare proprio in Grecia dove incontra tante persone che come lei hanno lasciato il proprio paese e la propria casa. Amira ha con sé molto oro ma decide di condividerlo con gli altri amici viaggiatori, per aiutarli a raggiungere i Paesi desiderati o a tornare nella propria terra. Così Safia (9 anni), Amira, Marwa (10 anni), Kanam (11 anni), Judi (6 anni), Fatma (9 anni), Jalia (14 anni), Diana (4 anni), Yusra (5 anni) e Rahaf (6 anni) immaginano la loro principessa generosa, che proprio nella povertà  e nell’aiuto del prossimo trova la felicità. I bambini riescono in questo modo a trasformare in fiaba anche le situazioni di estremo disagio, riportando nei racconti paesaggi, personaggi e scenari ripresi dalle proprie esperienze. Così, mentre il freddo rende difficile la sopravvivenza nelle tende adibite nei campi, Amanda (8 anni) viaggia con la fantasia e immagina una casa di cioccolato, calda e accogliente dove mamma anatra tiene al sicuro i propri piccoli. Due storie scelte come esempio tra le tante raccolte, che raccontano la speranza e mostrano la capacità dei più piccoli di pensare a un futuro migliore e a un finale di speranza e bontà.

I racconti sono stati raccolti durante dei laboratori svolti tra ottobre e novembre, come viene descritto sulla pagina Facebook del progetto «i più grandi traducevano ai più piccoli nella loro lingua, alcuni ragazzi avevano già delle storie in mente pensate nei mesi di permanenza nei campi profughi, gli altri bambini invece sono stati aiutati a tirar fuori la propria creatività attraverso la recitazione, il gioco e il mimo».

E un po’ alla volta, intorno al progetto si è creata una rete di collaboratori provenienti da diverse parti del mondo, le fiabe orali sono state trascritte in diverse lingue: italiano, greco, inglese, portoghese, spagnolo, catalano, euskera, francese, tedesco, russo e arabo, alcuni artisti si sono invece proposti di arricchire il libro con delle illustrazioni ma ogni disegno è stato prima approvato dai bambini protagonisti. Da due i collaboratori sono aumentati in poco tempo e sono state contattate anche diverse organizzazioni in loco come Micropolis Social Space for Freedom, rete di solidarietà autogestita a Salonicco che accoglie diverse famiglie immigrate; l’ONG Arsis e il progetto Where is the life, impegnate principalmente nel campo di Lagadikia.

L’obiettivo è cercare di raccogliere fondi per finanziare il recupero di case abbandonare e assicurare un alloggio dignitoso alle famiglie di rifugiati.

Per saperne di più è possibile visitare la pagina facebook del progetto.

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