Federerissimo Federerissimo

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Oggi non c’era proprio niente da fare, mi ha impartito davvero una bella lezione. Non ci sono più aggettivi per descriverlo, è stato semplicemente incredibile. A parlare così è James Blake, il ventiseienne tennista statunitense, numero quattro del mondo, dopo aver subìto una dura sconfitta da Roger Federer, il campione svizzero che ormai da 150 settimane è il numero uno incontrastato del circuito mondiale del tennis maschile. Roger è stato perfetto, come accade spesso. Poco più di un’ora e mezzo di gioco per aggiudicarsi l’atto conclusivo della stagione agonistica: il Master di Shanghai, una sorta di campionato del mondo di fine anno. L’ennesima impressionante dimostrazione di forza. Un vero e proprio show. L’ultimo successo di un 2006 in cui ha battuto, uno dietro l’altro, numerosi record. Ma, tra i tanti, ce n’è uno che spiega bene il suo attuale dominio. Negli ultimi tre anni Federer ha giocato ben 262 partite nei più importanti tornei del mondo vincendone 247 e perdendone solo 15! Il bello è che a vederlo giocare e vincere non ci si annoia mai. È come essere davanti ad un canestro di Michael Jordan, ad una finta di Pelè o ad uno slalom di Alberto Tomba. Nel suo campo, un artista. A cui bastano una pallina ed una racchetta per lasciare senza parole i tantissimi appassionati di questo sport. Roger, infatti, controlla la palla con una tale semplicità da far sembrare facili anche i colpi più difficili. Sul campo sembra quasi divertirsi, ma in fondo è un lottatore, solido mentalmente, concreto ed altamente spettacolare. Insomma, un vero… fenomeno. Anche lui, però, ha il suo tallone d’achille. Si chiama Rafael Nadal, il tennista spagnolo che da due anni, agonisticamente parlando, tenta di rendergli la vita impossibile. Almeno sulla terra rossa, dove ha dimostrato di avere i colpi e l’atteggiamento mentale giusto per mettere in difficoltà il tennista svizzero. I due si stimano reciprocamente (quando uno vince un torneo l’altro gli manda un sms di congratulazioni), e sono diventati due idoli per tanti giovani dando vita, in alcuni momenti della stagione, ad un dualismo che non si vedeva dai tempi di Sampras e di Agassi. Negli ultimi due anni Nadal ha battuto Federer sei volte su nove, ma sa benissimo che il suo rivale, per qualità di gioco espresso e per continuità di risultati, è ancora di un altro pianeta. Roger è davvero straordinario, unico. Io so che se gioca al massimo non posso batterlo, quindi devo superarmi per restare in partita con lui. È sicuramente il tennista più completo di sempre. E poi è una persona estremamente simpatica e positiva, un campione corretto e disponibile. Parere, questo, condiviso da quasi tutti i suoi colleghi che, nonostante le tante sconfitte subite ad opera dello svizzero, non riescono proprio a vederlo come un nemico da battere. Non riesco neppure ad odiarlo perché mi è pure simpatico! , ha dichiarato ad esempio lo statunitense Andy Roddick dopo l’ennesima sconfitta patita nella finale degli US Open dello scorso settembre. Anche se sono stato battuto è stato un piacere vederlo giocare così bene, ha confessato Blake al termine della finale del Master. Re incontrastato in campo, persona squisita fuori, Roger, da qualche anno, è impegnato anche nel sociale. Nel 2003, infatti, ha creato una Fondazione che porta il suo nome con lo scopo di supportare progetti a vantaggio dei bambini disagiati, in particolare nel Sudafrica, paese di origine della mamma. Come quello grazie al quale adesso, in una scuola di un paesino vicino Port Elizabeth, 30 bambini possono studiare, mangiare e fare dello sport. È una scelta dettata dal cuore. Mi rende immensamente felice poter aiutare i bambini che soffrono. Sono una persona molto fortunata, che dalla vita ha avuto molto. Vorrei fare ancora di più… C’è una vita che va ben oltre il tennis. Così, dopo aver supportato alcune iniziative dell’Unicef per le vittime dello tsunami, è attualmente impegnato a finanziare la costruzione di un nuovo centro sportivo a Zwide, sempre in Sudafrica, centro che avrà anche lo scopo di servire come luogo dove attuare una campagna di prevenzione dell’Aids tra i più giovani. Un ragazzo semplice, per quanto lo si possa essere se si è una persona famosa come lui. Un campione capace di piangere come un bambino quando, durante la premiazione degli ultimi Australian Open, ha ricevuto l’abbraccio di Rod Laver, l’unico uomo che sia stato capace di vincere il Grande Slam (ovvero di conquistare nello stesso anno i quattro tornei più importanti del mondo). Un campione capace di commuoversi quando, nello scorso mese di ottobre, ha vinto per la prima volta il torneo di casa sua, a Basilea. Quando facevo il raccattapalle qui non potevo immaginare che un giorno sarei diventato il campione di questo torneo. Questo è uno dei momenti più belli della mia carriera. Frasi di circostanza? Non crediamo, visto che alla fine era così felice che ha pagato la pizza a tutti i raccattapalle del torneo, cenando insieme a loro. Un’altra stagione tennistica si è conclusa così come era cominciata. Oltre a Blake, Nadal e Roddick tanti altri giovani sognano di avvicinare un giorno il campione svizzero. Dal ceco Berdych al francese Gasquet, dal britannico Murray al serbo Djokovic. Ma, almeno per ora, Roger è inavvicinabile. Dentro e fuori dal campo.

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