Fatti per comunicare

Fatti per comunicare

Non capita tutti i giorni a professionisti dell’informazione di potersi confrontare sul variegato mondo della comunicazione con più di duecento giovani provenienti da 28 Paesi soprattutto dell’Europa, con rappresentanze di altri continenti, dal Brasile all’Argentina, dal Pakistan alla Corea.

L’occasione è data da un congresso internazionale che ha visto riuniti al Centro Mariapoli di Castelgandolfo i responsabili del movimento giovanile dei Focolari, i gen, venuti a programmare il percorso di riflessione  e di azione dell’anno che comincia.

Uno spazio l’hanno voluto dedicare alla comunicazione: un pomeriggio vivace e coinvolgente che si è aperto  con un forum. Tre esperti in 21 minuti, ossia 7 minuti a testa per rispondere a qualche domanda. Giovanni, sportivo e studente di sociologia chiede a Paolo Loriga di Città nuova il dietro le quinte di un articolo. È l’occasione per spiegare la linea editoriale della rivista, l’approccio alle vicende del mondo,  il lavoro di riflessione a più voci da cui scaturisce un articolo.

Tocca poi a Carla Cotignoli del Servizio informazione focolare, rispondere a Chiara, giovane avvocato, sulla funzione di questo servizio stampa in contatto con tanti giornalisti interessati alla vita, al pensiero, alle attività del Movimento dei focolari.

E infine un flash su Netone, la rete di comunicatori che si ispira al carisma dell’unità e che coinvolge anche numerosi giovani. A rispondere sull’incidenza che tale riflessione ha sulla vita professionale e  sugli studi è Maria Chiara Di Lorenzo.

Tutti soddisfatti per la qualità delle risposte e per la durata che si è mantenuta nei tempi previsti.

Passo successivo il web. Immaginate il Movimento dei focolari in tutte le sue articolazioni a livello centrale e nei diversi Paesi del mondo; pensate a 37 edizioni internazionali di Città nuova; prendete in considerazione i numerosi centri studi delle diverse discipline sorti all’interno dei Focolari. Vi piacerebbe capire come mettere in rete e nella Rete tutto questo? Nessun problema, c’è già un progetto ben articolato e dalle mille potenzialità. Sentire Giulio Meazzini, che lo sta coordinando, per credere.

 

Che questo sia pane per i denti dei presenti, nati e cresciuti con Internet, manco a dirlo.

Prova ne è che nei successivi lavori di gruppo, all’interno dei quali si riflette su linguaggio, contenuti e strumenti della loro comunicazione, non appena si tocca il tasto Facebook non si finirebbe più.

C’è la voglia di comunicare a tanti altri giovani il proprio stile di vita e di pensiero non senza difficoltà in un mondo che pensa e vive tutt’altro;  si avverte l’importanza di essere protagonisti all’interno della Rete e non di subirla, come raccontano da Trento alcuni che sono riusciti a far chiudere sul social netwotk un gruppo razzista; non manca l’esigenza di riflettere insieme su tematiche inerenti alla comunicazione interagendo in maniera dinamica con esperti, ma senza tralasciare le esperienze e la professionalità di tanti giovani che già operano in questi campi.

Ed è solo la prima tappa di una collaborazione, che come si è visto, ha coinvolto tanti attori.

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