Fare un salto nel buio

È una nuova scelta da fare da soli, per amore puro.
Giovani

Dio, proprio perché ci ama infinitamente, ci ripresenta la necessità di rifare quest’altra scelta (la cosiddetta “seconda scelta di Dio”, n.d.r.), che è più difficile della prima poiché è così sottile, così divina, che c’è bisogno di una grazia per arrivare a coglierla.

Nella prima scelta, normalmente, per quanto nella gioia, avevamo dovuto fare un passo nel buio. Nel donarci completamente, infatti, ci sì presentava davanti tutta una vita senza sapere che cosa ci attendeva. Per cui c’era anche timore nel fare il salto. Lo stesso succede anche in questa seconda: bisogna pure qui fare un salto nel buio. Anche se si sente che Dio ci chiama, può venire tanta paura a fare questo atto di donazione. Ed effettivamente ci si domanda: «Ma io già vivo solo per Dio… devo proprio donare tutto, tutto, tutto, proprio fare tutto esclusivamente solo per Dio?». Ecco la nuova scelta che ci si presenta. Ma ciò che la rende differente dalla precedente è che, invece di farla con gli altri – come avviene normalmente nella nostra spiritualità di comunione –, questa nuova scelta la si deve fare da soli, proprio perché il suo motivo formale è l’amore puro di Dio.

E il pericolo più forte è che magari questa scelta si fa, ma poi si torna indietro. Perché con la prima, una volta fatta, si viene a far parte di una comunità dove tutti i membri l’hanno fatta. La seconda è puramente spirituale. Uno può farla o non farla senza che esteriormente cambi niente. Ci si trova da soli con Dio però malgrado la generosità totale con cui vogliamo donarci a lui, c’è la possibilità di tornare indietro.

Può anche succedere che uno non faccia mai questo passo. E allora ci troviamo dì fronte a persone che di per sé, avendo avuto la prima conversione sincera e bella, sono avanti nella vita evangelica, ma rimangono a quel punto per tutta la vita, senza arrivare a fare la seconda scelta di Dio. Le vediamo quindi buone, ma con dei difetti, con aspetti che urtano, con attaccamenti. Non è raro, perciò, che su queste persone Dio intervenga con grazie particolari, con botte forti, se occorre, perché non si adagino in quello stato.

 

(Da: Colloqui. Domande e risposte sulla spiritualità dell’unità, Città Nuova)

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