Fare spazio

Continua a diminuire in Italia la presenza delle rondini. Fattori climatici, ma anche comportamenti umani errati, incidono su questo fenomeno.
Rondini

Sarà perché quest’anno la stagione mite non l’abbiamo vista neanche noi, sarà perché il cemento selvaggio ha tolto spazio pure a loro, ma quest’anno le rondini che fanno primavera sono arrivate in numero ridotto nelle nostre città proseguendo un trend che va avanti da tempo. A lanciare l’allarme è stato di recente il Wwf che ha evidenziato diversi comportamenti umani che influenzano il fenomeno.

La scomparsa di sottotetti (sedi naturali dei nidi) che nelle nuove abitazioni non esistono più; la sterilizzazione di stalle e altri luoghi rurali; la riduzione di siepi e distese verdi, dove le rondini potevano procurarsi da vivere, sta portando a un lento, ma sembra inesorabile declino della specie. Basti pensare che tra il 1970 e il 1990 a livello europeo si è registrato un calo del 40 per cento. Paolo Politi, ornitologo del Wwf spiega: «Che la specie sia in sofferenza purtroppo è un dato di fatto e anche le condizioni climatiche di questa primavera non hanno aiutato la migrazione. Ma ciò che è più dannoso per questi uccelli è il cambiamento di habitat. Spesso i nidi sono addirittura rimossi e i volatili scacciati. E chi lo fa, magari pensando a problemi di igiene, dimentica che queste specie sono fenomenali sterminatori di insetti nocivi. In Val di Cornia, per esempio, è partita una campagna di disinfestazione con insetticidi. Meglio sarebbe stato, invece, combattere l’invasione anche con le rondini. Un solo esemplare di questi uccelli è capace di magiare 700 insetti in un giorno».

Ogni tanto, comunque, qualche comune italiano più sensibile adotta provvedimenti a favore delle rondini. L’ultimo, in ordine di tempo, è Marina Marciana, piccolo comune dell’Isola d’Elba, quasi il più piccolo del nostro Paese con appena sei chilometri quadrati di superficie. Da adesso in poi chi vorrà ristrutturare un edificio dovrà fare i conti con una nuova norma che prevede il ripristino delle vecchie tegole atte all’ingresso delle rondini, che così potranno nidificare. «Siamo orgogliosi che il comune abbia operato una scelta a favore dell’ambiente – spiega Franca Zanichelli, direttore del Parco nazionale dell’arcipelago toscano – non poteva esservi un segnale migliore da parte di un ente locale compreso nel perimetro del Parco nazionale».

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