Famiglia spazio privilegiato

Negli austeri palazzi vaticani talvolta s’odono gli impertinenti pianti dei bimbi, il vociare familiare, la colonna sonora della normalità. Capita soprattutto quando associazioni e movimenti cattolici presentano a Benedetto XVI le proprie disarmanti truppe d’assalto, inermi ma determinate dalla frequentazione quotidiana della realtà. Quest’oggi queste truppe sono quelle delle Famiglie Nuove dei Focolari. Sanno pure far silenzio, nella fiammeggiante Sala Clementina, ma solo per i pochi istanti che s’intercalano tra il ridere o il frignare dei bebè. E allora anche i profeti, gli angeli e i santi affrescati paiono sorridere e l’austerità dei luoghi papali muta in vitalità. Le luci s’accendono, la papalina bianca s’intravede nella selva delle mani levate in applauso, fragoroso e breve, come tutto è essenziale nei momenti guidati da Benedetto XVI. C’è sacralità nell’aria, certamente, e non potrebbe essere altrimenti; ma c’è soprattutto la piccola-grande santità quotidiana maturata dai drammi familiari, dalla condivisione della sofferenza altrui, dalla comunione. L’attenzione per le parole di Benedetto XVI appare intensa, mai bigotta, perché l’esperienza cristiana vissuta e comunicata rende sensibili alla vera spiritualità, all’ascetica del cristianesimo vissuto nella gioia, non nella triste sopportazione dell’esistenza. Una attenzione che il papa sostanzia di impegni e prospettive ampie. La famiglia appare così al cuore stesso della Chiesa, ma anche alla sua base, come Chiesa domestica. È o non è dalla famiglia che nascono le più varie vocazioni della Chiesa, che si formano i nodi di quella rete che è la comunità cristiana? Questa di oggi, 3 novembre, è la prima udienza che Benedetto XVI concede ad un gruppo dei Focolari. Annamaria e Danilo Zanzucchi, responsabili centrali di Famiglie Nuove, si rivolgono al papa, tornando al 1967, anno di fondazione delle Famiglie Nuove: Sull’onda del Concilio che mette in luce la vocazione dei laici alla santità, Chiara Lubich affida a noi sposati che la seguiamo, perché affascinati dalla sua radicalità evangelica, il mondo della famiglia. Chiara vede la famiglia non solo come oggetto di evangelizzazione, ma come soggetto. E ancora: Ciò che sta alla base delle iniziative di queste famiglie è l’amore evangelico che porta all’unità. Ed è la testimonianza dell’unità familiare a far breccia su altre famiglie, che con stupore trovano o riscoprono la fede in Dio-amore e con essa la gioia di amarsi in lui. E di educare i figli ai valori cristiani. Benedetto XVI ricambia l’affetto dei presenti con il suo affetto, trasmettendolo dapprima a Chiara Lubich, e poi dipingendo un affresco della famiglia nella Chiesa e nell’umanità, in una prospettiva radicalmente evangelica (vedi di seguito il testo). E poi, con altrettanto affetto, impartisce la benedizione e abbraccia alcune famiglie provenienti dal mondo intero, bimbi e genitori e nonni, nei loro costumi tipici, mentre chitarre, violini e voci spargono le note di una canzone che comincia così: Attingeremo alle sorgenti dell’amore. Quello che sostanzia e guida la vita di queste famiglie, come commenta l’Osservatore romano: La carità evangelica è ancora motore per aprirsi come famiglia al mondo. Benedetto XVI: per la famiglia Cari fratelli e sorelle! Benvenuti e grazie per questa vostra visita. Voi provenite dai cinque continenti ed appartenete al Movimento Famiglie Nuove, nato 40 anni or sono nell’ambito del Movimento dei focolari. Siete pertanto una diramazione dei Focolari, ed oggi formate una rete di ben 800 mila famiglie operanti in 182 nazioni, tutte impegnate a fare della loro casa un focolare che irradi nel mondo la testimonianza di un vissuto familiare improntato al Vangelo. A ciascuno di voi il mio più cordiale saluto, che si estende pure a quanti hanno voluto accompagnarvi in questo nostro incontro. In modo particolare, saluto i vostri responsabili centrali, che si sono fatti interpreti dei comuni sentimenti e mi hanno illustrato lo stile con cui opera e gli scopi del vostro movimento. Ringrazio per i saluti che mi sono stati recati da parte di Chiara Lubich, alla quale invio di cuore il mio beneaugurante pensiero, ringraziandola perché, con saggezza e ferma adesione alla Chiesa, continua a guidare la grande famiglia dei Focolari. Come è stato poc’anzi ricordato, è proprio nell’ambito di questa vasta e benemerita istituzione che voi, care coppie di sposi, vi ponete a servizio del mondo delle famiglie con un’azione pastorale importante e sempre attuale, orientata secondo quattro direttrici: la spiritualità, l’educazione, la socialità e la solidarietà. Il vostro è in effetti un impegno di evangelizzazione silenzioso e profondo, che mira a testimoniare come solo l’unità familiare, dono di Dio-Amore, possa rendere la famiglia vero nido di amore, casa accogliente della vita e scuola di virtù e di valori cristiani per i figli. Di fronte alle tante sfide sociali ed economiche, culturali e religiose che la società contemporanea deve affrontare in ogni parte del mondo, la vostra opera, veramente provvidenziale, costituisce un segno di speranza e un incoraggiamento per le famiglie cristiane ad essere spazio privilegiato dove si proclami nella vita di ogni giorno la bellezza del porre al centro Gesù Cristo e del seguirne fedelmente il Vangelo. Il tema stesso del vostro incontro – Una casa costruita sulla roccia. Il Vangelo vissuto, risposta ai problemi della famiglia oggi – evidenzia l’importanza di questo itinerario ascetico e pastorale. Il segreto è proprio vivere il Vangelo! Giustamente, pertanto, nei lavori assembleari di questi giorni, oltre a contributi che illustrano la situazione in cui si trova oggi la famiglia nei diversi contesti culturali, voi avete previsto l’approfondimento della Parola di Dio e l’ascolto di testimonianze che mostrano come lo Spirito Santo agisce nei cuori e nel vissuto familiare, anche in situazioni complesse e difficili. Si pensi alle incertezze dei fidanzati dinanzi a scelte definitive per il futuro, alla crisi delle coppie, alle separazioni e ai divorzi, come pure alle unioni irregolari, alla condizione delle vedove, alle famiglie in difficoltà, all’accoglienza dei minori abbandonati. Auspico di cuore che, anche grazie al vostro impegno, possano essere individuate strategie pastorali tese a venire incontro ai crescenti bisogni della famiglia contemporanea e alle molteplici sfide a cui essa è posta di fronte, perché non venga meno la sua missione peculiare nella Chiesa e nella società. Al riguardo, nell’esortazione apostolica post-sinodale Christifideles laici il mio venerato predecessore Giovanni Paolo II annotava: La Chiesa sostiene che la coppia e la famiglia costituiscono il primo spazio per l’impegno sociale dei fedeli (n. 40). Per portare a compimento questa sua vocazione, la famiglia, consapevole di essere la cellula primaria della società, non deve dimenticare di poter attingere forza dalla grazia di un sacramento, voluto da Cristo per corroborare l’amore tra uomo e donna: un amore inteso come dono di sé, reciproco e profondo. Come ebbe ancora ad osservare Giovanni Paolo II, la famiglia riceve la missione di custodire, rivelare e comunicare l’amore, quale riflesso vivo e reale partecipazione dell’amore di Dio per l’umanità e dell’amore di Cristo Signore per la Chiesa sua sposa (Familiaris consortio, 17). Secondo il progetto divino, la famiglia è dunque un luogo sacro e santificante e la Chiesa, da sempre vicina ad essa, la sostiene in questa sua missione ancor più oggi, poiché tante sono le minacce che la colpiscono dall’interno e dall’esterno. Per non cedere allo scoraggiamento occorre l’aiuto divino; per questo è necessario che ogni famiglia cristiana guardi con fiducia alla Santa Famiglia, questa originale Chiesa domestica nella quale per un misterioso disegno di Dio è vissuto nascosto per lunghi anni il Figlio di Dio: essa, dunque, è il prototipo e l’esemplare di tutte le famiglie cristiane (ibid. n. 45). Cari fratelli e sorelle, l’umile e santa Famiglia di Nazaret, icona e modello di ogni umana famiglia, non vi farà mancare il suo celeste sostegno. Ma è indispensabile il costante vostro ricorso alla preghiera, all’ascolto della Parola di Dio e un’intensa vita sacramentale, insieme a uno sforzo mai abbandonato di vivere il comandamento di Cristo dell’amore e del perdono. L’amore non cerca il proprio interesse, non tiene conto del male ricevuto, ma si compiace della verità. L’amore tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta (cfr 1 Cor 13, 5-7). Cari fratelli e sorelle, proseguite il vostro cammino e siate testimoni di questo Amore, che vi renderà sempre più cuore e lievito dell’intero Movimento Famiglie Nuove. Io assicuro il mio ricordo nella preghiera per ciascuno di voi, per le vostre attività e per quanti incontrate nel vostro apostolato, e con affetto a tutti ora imparto l’Apostolica Benedizione.

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