Può illustrarci in modo semplice il cambiamento di stile di vita che ognuno di noi potrebbe attuare da subito?
di Elena Pace
Può illustrarci in modo semplice il cambiamento di stile di vita che ognuno di noi potrebbe attuare da subito?
Questa domanda mi è stata posta qualche giorno fa ad Anagni, durante una Incontro Ecumenico in cui erano presenti cristiani di diverse confessioni. Ho già indicato in una precedente rubrica (vedi qui) come acquisire stili di vita sostenibili, ma in quell’occasione ho voluto aggiungere alle 4 R (Riciclo, Riduco, Riuso e Riparo), una quinta: Relazionarsi.
Lo scienziato Piero Pasolini (1917-1981), che ha fatto sua la visione dell’universo che scaturisce dal pensiero di Chiara Lubich, è convinto che la scoperta più importante dell’epoca moderna sia la cibernetica, cioè l’aver capito che tutto, ogni cosa, ogni essere, viene all’esistenza e si realizza come conseguenza dell’unità di altri esseri. «Le cose si originano per il rapporto organico e vitale con altre cose che, unendosi, danno origine a una terza cosa che le trascende e non è nessuna di loro. Due atomi di idrogeno e uno di ossigeno uniti insieme diventano acqua; pur rimanendo ciascuno se stesso non restano ossigeno più idrogeno, ma diventano qualcosa di nuovo. Questa scoperta è il meccanismo dell’evoluzione. […] Il Vangelo ci ha rivelato che anche l’uomo progredisce nel rapporto. Se io esisto per gli altri, cioè se sono legato con l’amore ad altri, sono nel piano di Dio e se sono così, rapportato con l’altro, continuamente cresco e mi trasformo, e dò vita a una realtà che mi trascende». (Alfredo Zirondoli, Oltre la scienza, Città Nuova, Roma 1990).
Sono convinta che relazionarsi, cercare di tessere rapporti di pace tra noi esseri umani ci dà la luce per risolvere i problemi, anche la crisi ambientale che abbiamo causato. Lo scorso luglio è stato pubblicato un Documento programmatico interconfessionale sulla Laudato si: quasi un manifesto da assumere fuori da appartenenze e schieramenti. In esso si legge: «Non perdere l’opportunità di una parola gentile, di un sorriso, di qualsiasi piccolo gesto che semini pace e amicizia. Un’ecologia integrale è fatta anche di semplici gesti quotidiani nei quali spezziamo la logica della violenza, dello sfruttamento, dell’egoismo. Viceversa, il mondo del consumo esasperato è al tempo stesso il mondo del maltrattamento della vita in ogni sua forma». (LS 230).
E ancora: «Non tutti sono chiamati a lavorare in maniera diretta nella politica, ma in seno alla società fiorisce una innumerevole varietà di associazioni che intervengono a favore del bene comune, difendendo l’ambiente naturale e urbano. Per esempio, si preoccupano di un luogo pubblico (un edificio, una fontana, un monumento abbandonato, un paesaggio, una piazza), per proteggere, risanare, migliorare o abbellire qualcosa che è di tutti. Intorno a loro si sviluppano o si recuperano legami e sorge un nuovo tessuto sociale locale. Così una comunità si libera dall’indifferenza consumistica». (LS 232)
È l’esperienza della signora Carla, che alla fine dell’incontro ecumenico mi ha raccontato che durante quest’estate a San Felice Circeo, ha raccolto bottiglie di plastica, scatole e buste lasciate sulla spiaggia. Ma dove aveva tolto una bottiglia, ne ritrovava tre il giorno dopo. Dopo due mesi, i primi giorni di settembre si è scoraggiata e ha pensato che fosse una battaglia persa. Ha pregato, chiedendo a Gesù di far capire a chi si comportava così quanto fosse pericoloso il suo menefreghismo. Il giorno dopo, era domenica, si sono presentati sulla spiaggia gruppi di ragazzi volontari che non appartenevano a nessuna associazione, ma che con buste, guanti rastrelli e palette hanno pulito in un attimo alla perfezione la spiaggia e la strada. Si è unita a questi ragazzi felice, ringraziandoli. Per una settimana non ha raccolto più bottiglie, nessuno infatti le ha più buttate.
Ormai sono migliaia le iniziative a carattere ecologico, come “#TrashtagChallenge” che, a marzo scorso, ha invitato tutti a recarsi nelle aree coperte da immondizia, raccogliere la spazzatura, e postare sui propri profili social il luogo pulito, prima e dopo l’intervento. In poco tempo sono stati pubblicati su Instagram più di 26.000 post che, utilizzando l’hashtag, hanno documentato la pulizia di parchi, strade, riserve naturali e spiagge.
Chissà quante altre idee ci sono e ci verranno se entriamo nella dinamica del dono di sé, del legarci con amore agli altri.
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