Esce Mujica, entra Vázquez

Dopo una campagna elettorale quasi senza sforzo, nella quale ha dato un'immagime di sicurezza e tranquillità quasi assoluta, culminata in un trionfo più ampio del previsto, Tabaré Vázquez assumerà la presidenza della Repubblica Orientale dell'Uruguay il primo marzo
Uruguay

Il governo che chiude i battenti, della stessa coalizione non é stato di per sé particolarmente brillante o convincente,almeno nell'opinione di chi scrive, e molte buone intenzioni sono rimaste tali, in una congiuntura economico-commerciale che si é mantenuta, pur con lievi alti e bassi, favorevole agli interessi del Paese. Molti errori sono stati fatti (scellerata l'applicazione della riforma della salute, per buona che sia, il livello educativo continua a peggiorare e la delinquenza é sempre piú violenta e “favelizzata”), ma i numeri macro parlano dei maggiori livelli di crescita e di consumo di sempre, nel Paese meno diseguale del continente piú diseguale del mondo.

La “mistica” di José “Pepe” Mujica, il presidente “piú povero del mondo”, il presidente “della gente”, austero, con i piedi per terra, e alcune sue giocate, a volte poco piú che simboliche, hanno fatto effetto, risvegliando ammirazione all'estero (nei confronti del presidente ma anche, indirettamente, del Paese) e hanno disegnato una “marca paese” senza dubbio piú interessante e vera di quella promossa dal Ministero del Turismo (“Uruguay natural”).

L'ufficio stampa del presidente aveva una lunga lista d'attesa perché tv e giornali di tutto il mondo facevano a pugni per ottenere un'intervista con questo esotico personaggio-personalitá. A livello nazionale, non c'era bisogno di chiederlo: le parole de “El Pepe” fluivano in maniera profusa e con una peculiare strategia: quella di “lanciare il sasso nel bosco” e guardare in che direzione volavano gli uccelli, per poi prendere nota e riformulare la proposta ad intra.

Il rifiuto di vendere il suo vecchio maggiolino per una somma milionaria, la banconota regalata al mendicante (non senza sgridata presidenziale) durante un'intervista televisiva per la strada e la foto viralizzata del taglio di capelli nel cortile di casa sua, con la fedele cagnolina Manuela ai piedi, sono stati i momenti piú “folkloristici” di visibilitá del presidente floricultore ed ex guerrigliero. Invece, il ben pensato piano di accoglienza di 40 rifugiati siriani e la sua intelligente copertura mediatica, la polemica accettazione di sei prigionieri di Guantánamo e la continuazione della cooperazione con l’Onu nelle missioni di pace di Congo e Haiti (l'Uruguay é il Paese con il maggior numero di caschi blu pro capite del mondo) hanno dato alla comunitá internazionale l'immagine di un paese accogliente, aperto, libero, moderno, coraggioso.

L'approvazione di leggi molto discusse come quella di normalizzazione della mariuana e quella dell'aborto (a prescindere dalla moralitá delle stesse) e quella della regolamentazione del lavoro contadino e delle colf, hanno evidenziato la percezione di una societá dove é possibile il dibattito e dove le minoranze non sono trascurate. E si vede che questa immagine é piaciuta se, insieme a una personale valutazione di ciascun elettore del proprio portafogli eed altri benefici, e una sensazione di benessere (anche se il crimine é aumentato) hanno convinto gli uruguaiani a concedere al Frente Amplio una terza possibilitá consecutiva, e con maggioranza assoluta in entrambe le Camere. Maggioranza che in tutto l'Occidente é considerata ottimale per la governabilitá di un Paese, meno in alcui settori di questo, che preferirebbero che l'esecutivo si vedesse obbligato a negoziare voti legge per legge, con la motivazione di una maggiore qualitá democratica che il dibattito “vincolante” assicurerebbe.

Ad ogni modo, la maggioranza assoluta ha il merito di non mentire: dirá chiaramente agli elettori, al termine del quinquennio governativo, se la sinistra ha usato bene o male il potere. Tabaré Vázquez, il presidente entrante, che ha giá governato nel 2005-2010, ha uno stile piú verticalista e autonomo di Mujica, piú delegatore, partecipativo e piú vincolato alle complesse trame interne della coalizione, e se ne assume pienamente la responsabilitá.

Ma il leader dei partiti che formano il Frente Amplio conosce bene Tabaré e ha promosso la sua candidatura senza titubanze. Vedremo come si muoverá l'opposizione, con la nuova giovane guida del Partido Nacional, il candidato perdente del ballottaggio, Luis Lacalle Pou, 40 anni, figlio dell'ex presidente omonimo.

In politica estera, c'è curiositá su come amministrerà il neo presidente la “relazione pericolosa” con la presidente dell'Argentina, Cristina Fernández de Kirchner, e con chi la sostuirà  alla fine del 2016, con il Brasile e con il resto dei soci della regione, Mercosur e Alianza del Pacífico in primis. Ovviamente, anche gli Stati Uniti e la Cina sono importanti (in quanto destinazioni principali delle esportazioni uruguaiane) per l'economia e non solo.

Aguriamo al governo che possa governare cercando il dialogo e all'opposizione che possa lavorare proficuamente formulando proposte alternative per un Paese migliore, negli interessi di tutti.

 

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