Eros Ramazzotti: tutte le sindromi di Celentano

L’Eros nazionale è tornato: in grande stile ovviamente; ed è quello di sempre, sia pure affardellato da un bel po’ di problemi famigliari: benzina sul fuoco dei battages, ovviamente. Calma apparente (Sony- Bmg), l’ultima impresa dell’immusonito ex-borgataro è il paradigma perfetto dell’ibridità che oggi va per la maggiore: pop rockeggiato, buonismo d’autore, qualunquismo rifinito con certosina passione. Se da tempo c’era più di un motivo per accreditare il Nostro come il più credibile incarnazione del Celentano del Terzo Millennio, questo è un disco perfetto per trovarne di nuovi: nella sua mirabile inconsistenza come nella sua lussureggiante inutilità. Il Ramazza è celentànico innanzi tutto nel suo cerchiobottismo, dove convivono ottimismo populista e disillusione pseudo-intellettuale, ma lo è anche nella personalità di un’ugola identicamente capace di marchiare a fuoco le proprie interpretazioni; e lo è parimenti nel suo proclamarsi figlio del popolo, baciato da un destino generoso, e ancora nel suo destino d’emigrante di lusso come nella capacità di reggere all’usura del tempo restando invariabilmente lo stesso ragazzo scapigliato degli esordi. L’album è costruito con maniacale cura del dettaglio formale, e discreto spregio di tutto ciò che potesse eventualmente richiedere lo sforzo supremo d’una metafora o di un ghiribizzo sonoro non immediatamente intelligibile. Ovviamente i ramazzottimisti d’Italia e d’Europa lo troveranno adorabile, tutti gli altri insopportabile. Anche in questo l’Eros non è cambiato di una virgola dai tempi di Terra promessa. Confesso: a par mio questo disco andrebbe vietato ai maggiori di tredici anni (con tutto il rispetto per gli infanti): con la sola eccezione degli aspiranti arrangiatori che potrebbero imparare come si può cavar sangue dalle rape. E lo dico perché con i mezzi, gli autori, e il talento naturale a a disposizione, pote- va sforzarsi di dare alle nuove canzoni almeno una parvenza di profondità, magari evitando rime tipo: È il sogno mai finito di un mondo più pulito… Immaginare è un difetto, ma una speranza ce l’ho: vedere te crescere nella verità: sarà un sogno che non morirà mai; oppure Solarità, è questa qua la chiave che ti do… Solarità è questa l’idea: se provi a crederci anche tu, si diffonderà di più. Anche se, ad onor del vero, non tutto è da buttare; anzi canzoni come Sta passando novembre, l’omonima Calma apparente, e I belong to you (il furbo duetto con Anastasia) vanno ricordate tre le cose migliori del suo repertorio. Lo splendore dei suoni e la novità del dual-disc (ovvero cd e dvd insieme, musica da sentire da un lato e da vedere dall’altro) e tutti gli altri optional iper-tecnologici, non bastano comunque a renderlo un’opera degna di resistere all’usura del tempo: Calma apparente è una specie di reality, autobiografico e forzatamente positivista, o se preferite il peep-show di una popstar di borgata che, proprio come l’Adriano nazionale, ama predicar bene (e manco sempre) e razzolar maluccio. Picchio duro con la serenità di chi sa che comunque non verrà ascoltato, e la certezza dell’ininfluenza dei propri cazzotti d’inchiostro: giacché il Ramazza, ad immagine e somiglianza dei suoi fans, se n’è sempre fregato degli strali dei critici: anche in questo, non vi ricorda qualcuno? CD Novità KATE BUSH AERIAL (Emi) Ottanta minuti di musica eterea suddivisa in due cd per un ritorno atteso 12 anni. Dopo aver ispirato e influenzato decine di colleghi, la quarantasettenne britannica dimostra con questo cd di avere ancora pieno diritto ad un posto al (pallidissimo) sole del music-business. Leggerezza etno-ecologica, eleganza poco prevedibile, e tanta classe, per un marchio stilistico inconfondibile e splendidamente estraneo al plasticume contemporaneo. SIMPLY RED SIMPLIFIED (Edel) Ovvero i classici del repertorio di Mick Hucknail e soci, realtà consistente del rhythm’n’blues d’Albione, sono qui riveduti e rinnovati nel segno di una semplificazione (da qui il titolo…) in verità soltanto apparente.Tre inediti corredano un’opera che strizza un occhio allo swing e alla musica latina. Seguirà, la prossima primavera, un Amplified con altri inediti e altre rivisitazioni: tutto sommato, almeno per i fans, molto meglio delle solite antologie…

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