Elogio della lentezza nell’epoca di Facebook

Valori e vita concreta, antidoti a leggerezza e vanità.
Scultura

Dita che corrono rapide sulla tastiera del cellulare, connessione Internetsempre attiva, auricolariche tappano le orecchie. Tutto ciò che ci circonda urla: “velocità!”, non concede tempo per riflettere, soffermarsi sulle cose, comprendere i valori, approfondire i rapporti, esplorare sé stessi e gli altri: fast food, connessioni veloci, short message system, relazioni mordi e fuggi, scorciatoie per i problemi.

Ma è solo con il gusto per la lentezza che si creano persone, si intessono rapporti, si costruisce un tessuto sociale. Mi sembra normale, in un contesto simile, che i giovani non abbiano la pazienza di approfondire la conoscenza di qualcuno (per non parlare della conoscenza di sé!), di ascoltare e spendere tempo per gli altri, anche e soprattutto quando i frutti non sono immediati. Verrebbe da chiedersi: perché la società, con i giovani in prima fila, tende ad un simile dinamismo cieco ed esasperato? «La nostra epoca si abbandona al demone della velocità, ed è per questo motivo che dimentica facilmente sé stessa», notava Kundera in un suo saggio. È il fascino della rapidità che comporta il sacrificio della memoria, oppure è la necessità dell’oblio che richiede un’ossessiva accelerazione?

 

Venticinque anni fa Calvino indicava i sei valori che la società del nuovo millennio avrebbe dovuto privilegiare; il primo è quello della leggerezza. Oggi però si è passati dal gusto per la leggerezza, mirato ad alleggerire i valori veri dalla ingombrante patina delle ideologie, alla situazione attuale in cui siamo schiacciati dal peso della vanità. Ogni fatto, cosa o persona assume concretezza solo in quei pochi secondi nei quali compare sullo schermo, ammantato di quel sensazionalismo a cui ci stanno abituando.

 

Si combinano la turbolenta velocità e l’attraente vanità. Credo però, per fortuna, che ci stiamo orientando nella direzione giusta nel momento in cui entriamo nell’ottica di proporre esperienze concrete e valori resi tangibili nella quotidianità.

La vita non la si capisce se la si beve tutta d’un fiato; la si deve assaporare e scoprire con la dovuta lentezzae la giusta profondità.

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