Elezioni regionali in Sicilia: una corsa a due?

I sondaggi più recenti vedono in testa, nell’ordine, i candidati del centro-destra e del Movimento 5 Stelle. Inseguono, molto distanziati, quelli del centro-sinistra e della sinistra. Preoccupa l’astensionismo ed inquieta l’inserimento di impresentabili nelle liste. La nota della Conferenza Episcopale Siciliana e la risposta dei Movimenti

Le imminenti elezioni regionali in Sicilia rivestono un forte rilievo nazionale, ma la situazione è molto complessa, a partire dalla crescita dell’astensionismo e dall’inserimento inquietante di personaggi  impresentabili nelle liste dei partiti. I seggi, che si apriranno domenica 5 novembre, vedranno in corsa una rosa ristretta di candidati a governatore. Vediamoli in dettaglio.

Nello Musumeci, 62 anni, catanese, studi universitari in Scienze della Comunicazione, già presidente della Provincia di Catania, eurodeputato e sottosegretario al Lavoro, deputato regionale in carica e Presidente della Commissione Antimafia regionale, è sostenuto da una coalizione di centro-destra di otto liste: Forza Italia, Noi con Salvini, Fratelli d’Italia, Unione di Centro, Nuovo CDU, Cantiere Popolare, MpA, Movimento Diventerà Bellissima.

Giancarlo Cancelleri, 42 anni, nisseno, geometra, impiegato presso l’Ufficio tecnico di una Azienda produttrice di serbatoi, deputato regionale, Presidente del gruppo parlamentare all’ARS e portavoce del Movimento 5 Stelle in Sicilia, è il candidato del M5S alla presidenza della Regione.

Fabrizio Micari, 54 anni, palermitano, laurea in ingegneria, rettore dell’Università di Palermo, è sostenuto da una coalizione di centro-sinistra, composta da quattro liste: PD, Alternativa Popolare, Sicilia Futura-PSI, Arcipelago Sicilia.

Claudio Fava, 60 anni, catanese, laurea in giurisprudenza, giornalista professionista, già eurodeputato, in atto deputato aderente al gruppo parlamentare Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista, è sostenuto da una coalizione di sinistra, composta da quattro liste: Articolo1-MDP, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista e Verdi, federati nella lista Cento Passi per la Sicilia

Roberto La Rosa, palermitano, avvocato penalista, è il candidato del Movimento indipendentista Siciliani Liberi.

A meno di tre settimane dal voto, secondo un sondaggio di Demo polis  Musumeci sarebbe in testa con il 35 percento, tallonato a due punti di distanza da Cancelleri; con Micari al 22 percento, Fava al 9 percento e La Rosa all’1 percento. Un altro sondaggio dell’Istituto Piepoli darebbe il candidato del centro-destra addirittura sopra la soglia del 40 percento con il pentastellato dietro di nove punti; in ascesa, ma molto distanziati dai primi due, Micari e Fava, per i quali la conquista della terza piazza può valere solo in chiave nazionale: un sorpasso della sinistra rispetto al PD, infatti, avrebbe ripercussioni al Nazareno, facendo vacillare le posizioni di chi, nel PD, non vuole un’alleanza con Mdp.

Il dato che preoccupa maggiormente è l’astensionismo, il vero protagonista delle prossime elezioni, che si attesterebbe al 54 per cento: lasciando a casa un elettore su due.

Ne hanno parlato anche i vescovi siciliani, nel documento finale della Sessione autunnale della Conferenza Episcopale Siciliana, in cui auspicano in primo luogo «una competizione elettorale corretta e leale, attenta ai problemi concreti della nostra gente e non preoccupata del successo di parte e dell’occupazione dei posti di potere». I presuli dell’Isola invitano poi tutti alla responsabilità di partecipare fornendo il proprio contributo di idee e di proposte sui temi di maggiore rilevanza politico-amministrativa, facendo proprio l’appello lanciato il 4 novembre 1994 da papa Giovanni Paolo II nella sua visita pastorale a Catania: «Nel presente momento storico, non ci può essere posto per la pusillanimità o l’inerzia, che non sarebbero segno di saggezza e ponderazione, ma piuttosto di colpevole omissione». E aggiungono: «La Sicilia non può più aspettare e grava su tutti la responsabilità di elaborare soluzioni praticabili ed efficaci nel superiore interesse dei cittadini, dei poveri e degli ultimi in modo prioritario».

Sono tanti i Movimenti, le Associazioni, le Organizzazioni che operano nel tessuto sociale e produttivo della Regione che stanno rispondendo all’appello dei vescovi siciliani, promuovendo incontri nel territorio per offrire agli elettori luoghi di confronto con i candidati all’Assemblea Regionale Siciliana e con i candidati alla Presidenza. Come ad esempio il Movimento Umanità Nuova ed il Movimento politico per l’unità, che stanno promuovendo incontri a livello locali con i candidati all’ARS, e il Forum siciliano delle Associazioni Familiari che ha tenuto sabato 14 scorso un incontro a Caltanissetta con tutti i candidati alla Presidenza della Regione, per proporre e sostenere politiche familiari concrete per la prossima legislatura: un confronto molto partecipato e assai proficuo. Dispiace solo per la sedia lasciata vuota da Musumeci, che ha declinato l’invito. Ormai sicuro della sua affermazione? Forse. O magari perché la stessa mattina un candidato di una delle sue liste (il sindaco di Priolo) era stato arrestato e posto ai domiciliari, con l’accusa di truffa, tentata truffa e turbativa d’asta.

Sì, perché se i dati previsionali sull’astensionismo preoccupano, un altro elemento è motivo di inquietudine gettando un’ombra su queste elezioni:  il numero di candidati presenti in diverse liste su cui pendono giudizi anche gravi e sui quali presta attenzione la commissione Antimafia.

Un auspicio accorato: la selezione che non hanno fatto i partiti la facciano gli elettori.

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