Elezioni politiche, tempo di appelli e di dialogo. Una proposta da Città Nuova

Come Città Nuova ha intenzione di seguire e stimolare il dialogo sui contenuti di una tornata elettorale paragonabile per importanza a quella del 1948. Attenzione al merito delle questioni dibattute e spazio ad un esigente dialogo capace di alimentare le ragioni della convivenza civile. Contributi nel Focus "Dibattito verso le elezioni politiche".).
Elezioni, Assemblea giovani sull'ambiente. Milano. Archivio foto La Presse

La fine anticipata del governo di larga maggioranza guidato da Mario Draghi ha affrettato i tempi delle elezioni politiche previste per la primavera del 2023.

All’indomani della rielezione al Quirinale di Sergio Mattarella, sul numero di marzo 2022 di Città Nuova (“Dove va l’Italia?”) abbiamo parlato di “un anno da non sprecare” nel senso di dare spazio ad un sano e necessario dibattito democratico tra i partiti dopo l’unità obbligata in tempo di pandemia. Si sperava di poter arrivare ad un voto informato e coerente con una nuova legge elettorale condivisa.

Il Rosatellum è un sistema complicato che induce all’astensionismo con le coalizioni forzate e la mancanza di scelta da parte dei cittadini. Come ha scritto Francesco Riccardi su Avvenire si tratta di un’umiliazione dell’elettore: «Oggi partiti e movimenti – tutti senza eccezione – come cinque anni fa tornano a imporci l’umiliazione di poter scegliere solo ciò e chi i loro vertici hanno già scelto».

Un’anomalia che il prossimo Parlamento potrà sanare con formule diverse a seconda della coalizione vincente: dal ripristino del proporzionale del dopoguerra al modello uninominale associato alla trasformazione del sistema parlamentare in quello presidenziale.

Invece di un anno segnato da un sereno e franco dibattito verso il voto, siamo stati sconvolti dagli eventi successivi all’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio che continua seminare distruzioni e lutti generando nuove divisioni e conflitti di coscienza.

Di fatto si andrà al voto del 25 settembre con il sistema disegnato dalla Legge Rosato che regolerà una competizione elettorale giustamente definita la più decisiva dopo quelle del 1948.

È molto pericoloso e avventato pensare, perciò, di “saltare un turno”, cioè di astenersi, come affermano alcuni, in assenza di proposte politiche comprensibili secondo un sistema elettorale meno contorto.

Il criterio da seguire, da parte di uno strumento di informazione e approfondimento come Città Nuova, non è certo quello di un cerchiobottismo equilibrista ma di offrire un’ attenzione partecipata ai contenuti del dibattito politico. Non basta un generico riferimento al “bene comune” e alla “centralità della persona” ma la sua declinazione concreta.

Per questo motivo da pezzi della società civile arrivano appelli sui contenuti e temi ritenuti necessari per l’agenda politica, come ad esempio l’istanza avanzata dal mondo della ricerca scientifica per un impegno contro il riscaldamento globale del Pianeta. Anche l’appello promosso dall’economista Leonardo Becchetti e la rete Next risponde alla necessità di ancorare la scelta politica sui contenuti fatti emergere in questi anni dall’economia civile invitando ad andare a votare “con libertà di coscienza e senza ordini di scuderia”.

Non è detto che (in questa fase cruciale di definizione di candidati liste e coalizioni) alcuni tra i sottoscrittori di tali appelli non siano invitati dai partiti a rendersi disponibili per candidature nei collegi nominali dove conta l’attrattività della persona chiamata a prendere un voto in più degli altri concorrenti. Un voto importante perché destinato a trascinarsi appresso le liste proporzionali collegate.

Eppure non basta l’impegno su un singolo tema, pur rilevante, senza la definizione di una visione globale e delle priorità effettive che ogni forza politica deve offrire ai suoi elettori per rendere ragione del consenso richiesto.

Il blocco di centro destra, che appare compatto, sta lavorando ad una bozza di programma comune che sarà affinato in vista dell’inizio di una campagna elettorale condivisa tra partiti che finora si sono collocati sia dentro che contro il governo Draghi. Una scelta significativa se si considera il fatto che il Rosatellum non chiede un programma comune ma solo accordi elettorali. Costituirebbe, in tal senso, un ulteriore criterio di scelta l’idea avanzata da Matteo Salvini di indicare preventivamente il nome dei ministri nei ruoli chiave del governo.

Sull’altra sponda, l’accordo Letta – Calenda ha definito un programma su alcuni punti condivisi, ma il patto si è rivelato fragile ed ha avuto vita breve. Si tratta di capire ora, nei pochi giorni che precedono il deposito dei simboli e delle liste, su quali punti nodali si reggeranno la coalizione di centro sinistra, quella centrista di impronta liberale, il M5S rimasto con Conte e le altre formazioni politiche che stanno raccogliendo le firme per concorrere alle urne.

Abbiamo davanti a noi un periodo intenso dove la società italiana sarà messa a dura prova in una tornata elettorale decisiva che viene a cadere nel mezzo dell’approvazione di una legge di bilancio, l’attuazione del Pnrr, l’inizio di un autunno difficile segnato dalle conseguenze della guerra divampata nel cuore dell’Europa.

In tale contesto l’impegno di Città Nuova continuerà nell’approfondimento al merito delle proposte politiche e nell’offrire spazio a diversi contributi animati dalla volontà di un dialogo che parte dall’esigenza di rendere ragione delle proprie scelte cercando di restare sempre attenti a quel legame di fraternità che fonda la stessa convivenza civile.

Qui il Focus dedicato al dibattito verso le elezioni politiche del 25 settembre promosso da Città Nuova.

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