Elezioni, la reazione dei media internazionali alla vittoria di Meloni

La schiacciante vittoria di Giorgia Meloni non ha lasciato indifferenti i media europei e stranieri che hanno deciso di aprire con la notizia delle elezioni italiane. Una panoramica di come hanno affrontato il tema le principali testate internazionali.
(AP Photo/Gregorio Borgia)

Le elezioni in Italia sono naturalmente state osservate anche dall’estero; tanto che numerosi giornali stranieri ne fanno la notizia d’apertura. È il caso ad esempio dello spagnolo El Paìs, con un’infografica sui risultati in testa alla pagina, e il titolo “L’ultradestra vince per la prima volta in Italia”, con una coalizione che “riunisce conservatori, populisti e postfascisti”; portando tuttavia l’attenzione anche sulla “astensione storica”. L’attenzione è comunque soprattutto per le conseguenze a livello europeo: l’analisi firmata da Silvia Ayuso da Bruxelles afferma che “L’Europa si prepara a contenere lo scontro”, per quanto abbia “messo in chiaro che ha a disposizione gli strumenti per rispondere all’erosione del progetto europeo”; e l’editoriale, dal significativo titolo di “Sisma in Italia”, osserva come “la vittoria di Meloni mette l’Europa per la seconda volta in un terreno sconosciuto: la prima fu la Brexit”.

I diretti interessati, ossia i britannici, non arrivano ad un paragone tanto audace; anche il Guardian comunque apre con i risultati delle elezioni in Italia, e nel commento di Angela Giuffrida mette in luce in particolare le insidie poste dalla “rivalità” tra Meloni e Salvini – con quest’ultimo che troverebbe “insopportabile” l’idea che l’alleata diventi presidente del Consiglio, dopo che FdI ha eroso così tanti consensi alla Lega.

Anche il tedesco Der Spiegel, nel commento “Che cosa significa per l’Italia il passaggio a destra”, osserva come per quanto Giorgia Meloni – definita come “estremista di destra” – possa contare su “una maggioranza assoluta, quanto margine di manovra avrà in futuro dipenderà dai suoi alleati”: non solo Salvini ma anche Berlusconi, che per quanto veda una Forza Italia a singola cifra esercita comunque un peso notevole all’interno della coalizione.

In Francia, Les Echos mette la notizia che “Meloni trionfa alle elezioni in Italia” in quarta posizione; soffermandosi poi in particolare su come la leader di FdI sia stata capace di convincere la classe industriale del Paese, facendo riferimento alle reazioni ricevute al suo intervento al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Anche qui comunque si porta lo sguardo a livello europeo, facendo notare come Meloni abbia un “doppio linguaggio” nei confronti dell’Europa – da un lato volto a rassicurare, dall’altro estremamente critico.

E proprio da Bruxelles il belga Le Soir riconosce che, per quanto la Meloni “non abbia parlato nel suo programma di uscita dall’Euro né dall’Ue, la sua ascesa al potere potrebbe aprire una zona di turbolenza su diversi dossier: dall’Ucraina, allo Stato di diritto, al Pnrr”. Tra i motivi di inquietudine anche “il passato neofascista di FdI, il nazionalismo, le frequentazioni putiniane di Salvini, e un programma economico giudicato insolvibile”.

Anche oltreoceano il New York Times dà notizia dei risultati delle elezioni; soffermandosi tuttavia in particolare sull’alto astensionismo, con percentuali che in Usa sarebbero “normali”, ma vengono giudicate “sbalorditive” per l’Italia.

E uno dei “convitati di pietra” di queste elezioni, ossia la Russia? Il giornale per così dire “di Stato”, la Komsomol’skaja Pravda, è in realtà concentrato sulle notizie in arrivo dall’Ucraina e in particolare sul referendum nelle zone filorusse; e pubblica quindi la notizia in basso nella pagina. Il titolo è però, se vogliamo, rivelatore di come la Storia in Russia pesi, o quantomeno venga fatta pesare in questa fase. Se infatti abbiamo a più riprese sentito i riferimenti al nazismo nel caso dell’Ucraina – in riferimento al fatto che, durante la campagna di Russia nella Seconda guerra mondiale, si registrarono episodi di collaborazionismo con l’invasore nella speranza di liberarsi di Stalin – questa volta a rispuntare è il tema del fascismo: il titolo recita infatti “Per la prima volta dai tempi di Mussolini arriva al potere un partito vicino al fascismo”. L’articolo ripercorre poi in realtà la storia della Meloni, evidenziando sì il suo passato nel Msi, ma anche i punti che la discostano dall’eredità neofascista. Più facile credere che a destare perplessità siano le già citate divergenze all’interno del centrodestra anche appunto sulla questione ucraina.

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