Un giovane presidente per la Svizzera dell’America centrale

Il Paese centroamericano sceglie il capo dello Stato nel bel mezzo di una forte disputa ideologica e religiosa
Carlos Alvarado

Il Costa Rica ha scelto come presidente per gli anni 2018-2022 Carlos Alvarado, che era il candidato del partito al governo e che diventa così il presidente più giovane nella storia del Paese. Alvarado, con il Partito Acción Ciudadana (Pac) ha ottenuto il 60,8% dei voti in una campagna caratterizzata dal confronto sul tema del matrimonio tra persone dello stesso sesso. L‘opposizione, rappresentata dal cantante e pastore evangelico Fabricio Alvarado con il partito Restauración Nacional (Rn), ha ottenuto il 39,2%.

I risultati sono sorprendenti, dopo che gli ultimi sondaggi davano parità di voti tra i candidati. Il tono della campagna e il dibattito pubblico sono cresciuti negli ultimi giorni, specialmente quando il discorso religioso dell’opposizione è diventato più forte. Mentre il candidato di Rn era definito nelle chiese evangeliche del Paese come «l’inviato di Dio» per governare il Costa Rica e calcava il discorso sulla difesa della famiglia, il candidato del Pac ha fatto appello al «potere dell‘amore e all’uguaglianza». Quest‘ultima parola è stata utilizzata con vigore in diversi momenti durante il suo discorso dopo la dichiarazione dei risultati che gli davano la vittoria.

Solo un anno fa, nulla avrebbe fatto sospettare che le elezioni avrebbero ruotato intorno a questo tema “religioso”, ma nel 2018 la campagna ha avuto un forte cambiamento di prospettiva. Tre settimane prima delle prime votazioni presidenziali, la Corte interamericana dei diritti umani (Cidh) aveva pubblicato un’inchiesta consultiva fatta dal governo del Costa Rica (del Pac) sul diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Nella sua dichiarazione, la Corte segnalava come necessario che i Paesi membri (20 Paesi latinoamericani) garantissero il matrimonio a tutte le persone e non soltanto alle coppie eterosessuali.

I principali due candidati non condividono null’altro che il cognome e la professione: il giornalismo. Carlos Alvarado, che governerà il Costa Rica per i prossimi anni, è anche un appassionato scrittore di romanzi e novelle. Ha fatto studi di Scienze politiche in Costa Rica e di sviluppo in Inghilterra. È stato ministro dello Sviluppo umano e dell’inclusione sociale nell’attuale governo e sarà accompagnato dalla vicepresidenza di Epsy Campbell, la prima donna afroamericana in tutta l’America Latina.

Anche se il dibattito ideologico e religioso è stato il protagonista di questa campagna, come presidente Alvarado dovrà affrontare problemi più forti. Il Costa Rica è conosciuto dentro della zona come “la Svizzera dell’America centrale” per i suoi alti livelli di educazione, l’assenza di analfabetismo, i bassi livelli di violenza, una grande biodiversità, ma anche perché è uno dei 25 Stati nel mondo senza esercito.

Il problema principale del Costarica è il debito pubblico. Nel 2008 il debito rappresentava il 28% del Pil, ma negli ultimi 10 anni è salito progressivamente e ora rappresenta il 49%. Anche se non è il debito più grande della regione, è quello che è cresciuto più velocemente.

Altro problema è l‘insicurezza, specialmente in El Salvador e Honduras, che sono considerati i Paesi più violenti dell’istmo. Se da una parte i livelli di omicidi in Costa Rica sono molto inferiori (El Salvador ne registra 60 per ogni 100 mila abitanti, il Costa Rica ne registra “solo” 12.1), dall’altra, è l’unico Paese della zona i cui livelli di criminalità invece di ridursi crescono. Per il Costa Rica l’anno 2017 è considerato il più violento degli ultimi anni.

Aldilà di questi problemi, il nuovo presidente eletto parla di un «governo di unione» per il Paese. Il primo passo positivo in questa direzione è stato registrato quando lo sconfitto, Fabricio Alvarado, ha chiamato l’eletto per offrire il suo aiuto per costruire un Paese migliore, un riconoscimento non comune per i Paesi centroamericani, dove i risultati elettorali richiedono giorni o settimane per essere definitivi e non sempre vengono riconosciuti da chi perde.

 

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons