Elevare lo sguardo – Idea del mese (aprile 2023)

Offriamo ai nostri lettori l'Idea del mese, traduzione laica della Parola di Vita di aprile, proposta da un gruppo di amici di convinzioni diverse, impegnati in Uruguay nella ricerca del mondo unito.
Foto Pexels

I conflitti nella società attuale, le famose brecce, sono così grandi che sembrano un muro che ci impedisce di vedere più in là. Sarà necessario elevare lo sguardo per vedere il destino della fraternità a cui le persone, noi tutti, siamo chiamati. Questa prospettiva elevata può raggiungersi attraverso la messa in pratica dei valori universali.

Ovviamente, questa possibilità non la raggiungeremo una volta per sempre, ma bisogna perseguirla percorrendo un cammino di impegno che dura tutta la propria esistenza. Significa puntare in alto nella nostra vita, un’opzione che cambia completamente la nostra mentalità, scombussola l’ordine e gli obbiettivi che il mondo ci propone, ci libera dai condizionamenti e ci porta a sperimentare una trasformazione radicale.

Quali sono le «cose di lassù»? Come ci dice Chiara Lubich sono valori come l’amore, la concordia, la pace, il perdono, la correzione, la purezza, l’onestà, la giustizia, ecc.  Ma come mantenere il cuore ancorato in alto pur in mezzo al mondo? Lasciandoci guidare dai pensieri e dai sentimenti dell’amore, con lo sguardo interiore sempre centrato nella legge dell’amore.

È la presenza di queste donne e di questi uomini nuovi che non sono del mondo, ma che vivono nel mondo con tutte le difficoltà del presente. Così si diceva un tempo: «Passare la vita in terra ma avendo sempre la cittadinanza in cielo».

L’opzione coraggiosa e piena di un operaio in Brasile che decide di aiutare un suo collega appena licenziato provoca una catena di gesti di fraternità mossi dalla sua testimonianza: «In fabbrica sono arrivate delle lettere di licenziamento, una di esse diretta a Jorge. Conoscendo la sua precaria condizione economica, gli propongo di andare io e  lui dal capo del  reparto del personale: “Io sono in migliori condizioni di quelle sue – dichiaro –, mia moglie ha un lavoro. Licenziate me”.  Il responsabile promette di rivedere il caso. Quando usciamo, Jorge, commosso, mi abbraccia. Il caso passa di bocca in bocca e altri due operai che sono press’a poco nelle mie stesse condizioni, si offrono al posto di altri due colleghi licenziati. La direzione si vede costretta a rivedere i metodi di licenziamento. E così ciò viene esteso ad altri della comunità. Il giorno dopo vengo a sapere che due studentesse sono andate a portare tutti i loro risparmi a degli operai in difficoltà, dichiarando: “anche noi vogliamo imitare il gesto di questo operaio”».

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