Eletto, un amico speciale
In vista dell'appuntamento del Genfest, vi proponiamo la storia di un giovane che fra i primi, negli anni '50, seguì la spiritualità dell'unità di Chiara Lubich. La vacanza del 1951 a San Martino di Castrozza probabilmente sarebbe stata solo una bella vacanza trascorsa in famiglia per Vincenzo Folonari. Ma forse nulla più. E invece quei giorni furono davvero memorabili. A Fiera di Primiero, sulle Alpi trentine, a pochi chilometri da San Martino, grazie anche alla sorella Giulia, infatti Vincenzo aveva conosciuto Chiara Lubich e il Movimento dei focolari. Il «Bellissimo!» che più volte le sorelle lo avevano sentito esclamare la sera, di ritorno da Fiera di Primiero, era poi sicuramente il segno più eloquente di quanto qualcosa avesse “fatto centro”.
Ma facciamo un passo indietro. Vent’anni, o poco meno, Vincenzo era il quarto di otto figli. Aveva apparentemente tutte le carte in regola per stare nella società che conta: bello, figlio di industriali bresciani ed una vita davanti a sé per realizzare quanto desiderava.
Ma non era quello “il centro” della sua vita. Come realizzarsi pienamente? L’incontro con la spiritualità dell’unità avvenuto nell’estate del 1951 era la risposta. Non ne aveva alcun dubbio.
E così, per Vincenzo, presto arrivò il tempo di buttarsi nella nuova avventura. Pochi mesi dopo l’incontro di Fiera di Primiero, Vincenzo si trasferì a Roma per iscriversi all’università. Qui grazie al rapporto quotidiano con la comunità dei focolari nella Capitale ebbe modo di capire fino in fondo cosa Dio voleva da lui. Più volte scriverà, a questo proposito, a Chiara Lubich.
Un giovane tra i giovani. Vincenzo, Eletto per tutti, era una persona ricca di doti. Ma una balza particolarmente agli occhi: con i ragazzi aveva un rapporto speciale, organizzava con loro passeggiate, commedie e tanto altro. Ci sapeva fare, insomma. A lui Chiara Lubich avrebbe affidato il nascente Movimento gen (i giovani del Movimento dei focolari, ndr.).
Una domenica – i1 12 luglio 1964 –, Eletto era con Gabriele, uno dei ragazzi, per fare una gita in barca sul lago di Bracciano. Eletto si era calato in acqua, ma in poco tempo venne trasportato via dalla corrente. Non c’era stato nulla da fare. Il suo ultimo pensiero andò a Gabriele al quale raccomandò: «Vai a riva…». «Poi – ricorda Gabriele –, l’ho visto ancora per qualche secondo: il suo volto era illuminato da un sorriso radioso». Aveva 32 anni.
«Speriamo che su questo dolore nasca qualcosa per loro» aveva detto Chiara Lubich. E così è stato. Quell’accadimento ha costituito la spinta, infatti, per la nascita del Movimento gen, presente oggi in 182 Stati, che raccoglie giovani di diverse culture, lingue, nazionalità. Giovani che ogni cinque anni danno vita al Genfest, un appuntamento internazionale dove dare voce al loro ideale, quello dell’unità. Quest’anno si terrà a Budapest in Ungheria a fine agosto.
«Ma ti immagini se questo ideale dell’unità – ripeteva spesso Eletto –, prendesse tutti i ragazzi, i giovani… che cosa ne verrebbe fuori?». Il sogno di Eletto è diventato realtà… e allora: Let’s bridge!