Egitto post golpe. La gioia e lo stupore

Riceviamo dal Cairo la corrispondenza di un amico di "Città Nuova" che testimonia la straordinaria importanza del momento che si sta vivendo sul bordo del Nilo e dell'atmosfera che si respira nella capitale e in varie parti del Paese.
Manifestazioni di festa al Cairo

Non so se le immagini delle possano esprimere qualcosa dell'atmosfera di gioia incontenibile della ritrovata liberta del popolo d'Egitto.
L'esplosione di gioia non e' paragonabile alla prima rivoluzione. È tanto di più, dopo la sofferenza di due anni e mezzo di tunnel. Con i 22 millioni di firme raccolte da Tamarod, i "ribelli", e la presenza di 12 milioni di persone nelle strade e nelle piazze di tutto il Paese, il popolo nella sua grande maggioranza ha espresso la sua volontà: finirla con il regime di un partito islamista, dei Fratelli musulmani, che ha nei fatti usato la religione per dominare il popolo, anche se si potrebbe scusare qualche eccesso con la mancanza di abitudine nella gestione del potere sopo 40 anni di persecuzioni. È apparsa geniale, finalmente, la collaborazione fra i tanti partiti d'opposizione, giovani attivisti, istituzioni, e soprattutto il popolo, e le Forze armate, pienamente sostenute dalle autorità religiose di piu alto grado. Come si può ridurre gli avvenimenti tra il 30 giugno e il 3 luglio ad un semplice colpo di stato dei militari?

Ora, ricco di queste esperienze, il popolo conscio dell'importanza di essere unito, può affrontare le nuove sfide: redigere una nuova Costituzione e preparare le elezioni al Parlamento, al Senato e alla presidenza della Repubblica. Intanto il presidente della Corte costituzionale ha assunto la presidenza ad interim prestando giuramento. Poi formerà un governo di tecnici che rappresenterà le varie sensibilità politiche. Mohamad El Baradei, che ha rifiutato la poltrona di premier, mirando alle elezioni presidenziali, sarà il trait-d'union tra i partiti di opposizione e la giunta militare.

Si parla già in Egitto di proporre il gruppo dei "ribelli", i Tamarod, per il prossimo Nobel per la pace: la raccolta di 22 milioni di firme ha in effetti dello straordinario!

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