In un post su X, il leader del partito di estrema destra Sionismo religioso, nonché ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, scrive rivolgendosi a Netanyahu dopo la votazione del Parlamento israeliano del 23 ottobre: «Signor primo ministro. La Knesset ha parlato. Il popolo ha parlato… È giunto il momento di imporre la piena sovranità su tutta la Giudea e la Samaria – l’eredità dei nostri antenati – e di promuovere accordi di pace in cambio della pace con i nostri vicini da una posizione di forza».
Detto in altri termini: annessione della Cisgiordania (Giudea e Samaria), imposizione della ragione del più forte ai Paesi arabi contrari, ed espulsione dei 3 milioni di palestinesi che la occupano, secondo Smotrich senza averne diritto.
Per quanto riguarda l’affermazione che la Knesset (il Parlamento israeliano) avrebbe parlato, come pure il popolo, vale per Smotrich anche in questo caso la ragione del più forte, quella che lui ritiene di incarnare ed esprimere.
Cosa è successo, quindi, alla Knesset il 23 ottobre?
Una votazione che ha ottenuto 25 voti favorevoli e 24 contrari nella procedura preliminare di un disegno di legge per l’annessione della Cisgiordania. Procedura preliminare significa che sono obbligatorie altre 3 letture e votazioni per proporre la legge. È opportuno specificare che il Parlamento monocamerale israeliano è costituito da 120 deputati, e che la maggioranza può contare su 64 parlamentari. Quindi, oltre agli assenti, si sono astenuti dal voto o hanno votato contro, i deputati dell’opposizione e una parte di quelli del Likud, il partito di Netanyahu, che aveva dato ordine di votare contro per non scatenare la contrarietà del presidente statunitense Donald Trump.
Insomma, la proposta di annessione del parlamentare di estrema destra Avi Maoz (che peraltro non appartiene al partito di Smotrich né alla coalizione di governo) ha ottenuto 25 voti sommando anche quello di un deputato del Likud “disobbediente”, peraltro rimosso dopo questa sua presa di posizione dall’incarico in Commissione esteri. Per la cronaca, 25 voti su 120 sono indicativamente il 20%. Da lì a proclamare la volontà del Parlamento e del popolo c’è di mezzo un fiume di ideologia ultrasionista.
Il tentativo dei sostenitori del disegno di legge arriva un mese dopo la presa di posizione di Trump, che aveva dichiarato in settembre che non avrebbe mai permesso l’annessione della Cisgiordania occupata. Concetto ribadito più volte dal vicepresidente Usa, JD Vance. E il segretario di Stato Rubio ha specificato: «Riteniamo che sia addirittura una minaccia per l’accordo di pace». Da qui una dichiarazione del Likud che fa luce sulla vicenda: il partito di Natanyahu avrebbe definito il tentativo del 23 ottobre «un’altra provocazione dell’opposizione volta a danneggiare le nostre relazioni con gli Stati Uniti». Di quale opposizione si parli non è chiaro, ma si potrebbe trattare di un gesto di protesta contro Netanyahu per aver accettato il cessate il fuoco a Gaza, per quanto precario. E più avanti la dichiarazione del Likud sull’annessione della Cisgiordania aggiunge: «La vera sovranità non si otterrà con una legge appariscente per la cronaca, ma con un lavoro adeguato sul campo».
Temo che con “lavoro adeguato sul campo” si faccia riferimento alla consolidata prassi di connivenza “extra-giudiziale” che esiste da tempo tra esercito e coloni per allontanare i palestinesi almeno dall’80% della Cisgiordania (come succede per esempio in questi giorni con gli oltre 150 attacchi per impedire la raccolta delle olive), ed espandere gli insediamenti illegali, dove vivono attualmente circa 700 mila coloni israeliani. Un obiettivo potrebbe essere quello di rendere i coloni la maggioranza degli abitanti della Cisgiordania, una presenza numerica che li “accrediterebbe” come legali di fatto, se non di diritto. Evidentemente l’ottica è quella dell’eredità degli antenati sostenuta da Smotrich e dalla destra sionista religiosa.
Un’ultima notazione interessante riguarda un’intervista a Jared Kushner della Cbs (60 minutes). Il genero e consigliere di Trump, che coordina i rapporti con gli Stati interessati alla ricostruzione della Striscia di Gaza nell’ambito del piano di pace, ha affermato: «Israele deve iniziare ad aiutare i palestinesi e a contribuire a migliorare la loro qualità di vita se vuole integrarsi pienamente nel Medio Oriente». Posizione decisamente agli antipodi rispetto a quella di Smotrich e coloni, pur essendo Kushner di famiglia ebrea ortodossa.
Per quanto riguarda il futuro di Gaza, Kushner ha sottolineato che gli Stati Uniti sono «concentrati sulla creazione di una situazione di sicurezza comune e di opportunità economiche per israeliani e palestinesi, in modo che possano vivere fianco a fianco in modo duraturo». Ed ha aggiunto, rispondendo a una domanda sul percorso verso uno Stato palestinese: «Lasceremo che siano i palestinesi a decidere come chiamarlo nel tempo».