In prima edizione italiana le lettere di Edith Stein

In coedizione Città Nuova – Edizioni OCD il primo volume dell’epistolario della Stein. L’intervista ad Angela Ales Bello, curatrice del volume e tra i massimi esperti in Italia della filosofa ebrea.
Edith Stein

È il primo di tre volumi che rendono disponibili al pubblico italiano per la prima volta tutte le lettere conosciute di Edith Stein. Un corpus straordinario che ci introduce con l’immediatezza tipica di questo genere letterario nel vissuto di Edith Stein. Il primo volume – LETTERE I – ora disponibile in libreria, negli store online e sul sito di Città Nuova, copre gli anni 1916-1933.

Ne parliamo con Angela Ales Bello, emerito di Storia della filosofia contemporanea (Pont. Univ. Lateranense di Roma), già decano della facoltà di Filosofia, direttrice del Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche, tra i massimi esperti in Italia della figura e del pensiero di Edith Stein.

L’epistolario ci permette di ricostruire da vicino la personalità, le relazioni, la vita di Edith Stein, tanto da poter definire questo epistolario una sorta di autobiografia. Quale ritratto emerge della Stein?

Dall’Epistolario emerge la figura di Edith Stein, donna completa e complessa. Vive parecchie vite: da ebrea di nascita a cristiana cattolica, da filosofa sottile e raffinata ad insegnante di scuola superiore, da femminista ed educatrice a monaca carmelitana. Nella sua breve esistenza ha coltivato sia la vita intellettuale sia i rapporti umani e questi ultimi con una vasta gamma di persone, giovani e adulte, che condividevano i suoi interessi o che ne erano lontani, sempre con grande disponibilità, sensibilità e intelligenza, si potrebbe dire, con autentica carità. La sua famiglia è in primo piano, ma lo sono anche i colleghi dell’Università di Gottinga e poi di Friburgo, le sue studentesse e le suore di alcune congregazioni, con le quali, dopo la sua conversione, aveva frequenti contatti.

C’è una lettera secondo lei particolarmente significativa dal punto di vista biografico, utile per capire la personalità della Stein?

Vorrei citare la lettera 83 del 1930 in cui due aspetti della vita emergono con particolare intensità. È indirizzata a sr. Aldegundis Jaegerschmid e in essa la Stein si riferisce al suo maestro Edmund Husserl, al quale deve la sua formazione filosofica. In primo luogo, le comunica che, mentre insegna nel liceo delle Domenica di Spira, sta continuando i suoi studi e sta leggendo una recente opera di Husserl, che lo ha incontrato, dopo otto anni, e con lui ha parlato di “cose ultime”. Sembra preoccupata della vita spirituale di Husserl ed osserva che è sempre più interessata ad un’opera di preghiera e di azione per la salvezza delle anime. Dalla lettura dei manoscritti di Husserl che ho recentemente pubblicato credo che egli non avesse bisogno di suscitare tale preoccupazione, perché era veramente impegnato a riflettere sulle cose “ultime e somme”. Tuttavia, appare qui la grande carità della Stein e, probabilmente, il suo successo, perché saprà da sr. Aldegundis, la quale ha accompagnato Husserl fino alla morte, che egli era passato alla vita nuova nella grazia di Dio.

L’epistolario è anche un documento straordinario per conoscere l’evoluzione della sua ricerca filosofica e i suoi contatti con il mondo culturale circostante. Quale  elemento di novità introducono le lettere?

Ci stiamo riferendo al primo volume delle Lettere, ma ci sono anche quelle indirizzate al collega ed amico Roman Ingarden, la cui traduzione è già pronta per la stampa, ed un altro volume. Da tutto questo materiale, che segue fedelmente la vita di Edith Stein, si può ricostruire il suo cammino intellettuale; infatti, ella lo descrive con abbondanza di particolari, perciò, le lettere sono una fonte importante, anzi indispensabile, per la ricostruzione del suo percorso filosofico.

 

Il volume: LETTERE I (1916-1933) VOL. 2 a cura di Angela Ales Bello, Marco Paolinelli è disponibile sul sito di Città Nuova. Per acquistare clicca qui.

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