Economia europea in ripresa

Nelle sue previsioni economiche d’inverno, la Commissione europea delinea un’economia dell’Europa che eviterebbe la recessione nonostante serie difficoltà
Valdis Dombrovskis (AP Photo/Virginia Mayo)

Le prospettive economiche dell’Unione europea (Ue) migliorano grazie ad una maggiore resilienza, cioè un assorbimento della crisi economica. Infatti, a quasi un anno dall’inizio della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell’Ucraina, l’economia dell’Ue è entrata nel 2023 in condizioni migliori di quanto previsto nell’autunno 2022, mentre la recessione che era stata annunciata per fine anno dovrebbe essere scongiurata.

Nello specifico, in base alle previsioni economiche d’inverno, le prospettive di crescita per quest’anno salgono allo 0,8% nell’Ue e allo 0,9% nella zona euro. Le previsioni riducono inoltre leggermente le proiezioni per l’inflazione sia per il 2023 che per il 2024. Il tasso di crescita per il 2024 rimane invariato, rispettivamente all’1,6% e all’1,5% per l’Ue e la zona euro.

Dopo un’espansione sostenuta nel primo semestre del 2022, la crescita economica ha subito un calo nel terzo trimestre, sebbene leggermente inferiore alle previsioni. Nonostante i continui problemi economici che hanno caratterizzato l’ultimo anno, l’economia dell’Ue ha evitato la contrazione nel quarto trimestre prospettata nelle previsioni d’autunno. Il tasso di crescita annuo per il 2022 è attualmente stimato al 3,5% sia nell’Ue che nella zona euro. La fiducia sta aumentando e le analisi di gennaio indicano che anche l’attività economica dovrebbe evitare una contrazione nel primo trimestre del 2023.

Tutto ciò è dovuto alla continua diversificazione delle fonti di approvvigionamento e il forte calo dei consumi, che hanno lasciato i livelli di stoccaggio del gas al di sopra della media stagionale degli ultimi anni e i prezzi del gas all’ingrosso sono scesi ben al di sotto dei livelli prima della guerra. Inoltre, il mercato del lavoro dell’Ue ha continuato a registrare buoni risultati e il tasso di disoccupazione è rimasto al suo minimo storico del 6,1% fino alla fine del 2022.

Tuttavia, alcuni elementi negativi permangono. Infatti, i consumatori e le imprese continuano a doversi fare carico di costi energetici elevati e l’inflazione ha continuato ad aumentare a gennaio, erodendo ulteriormente il potere d’acquisto delle famiglie. Se l’inflazione resta alta anche il costo del denaro resterà elevato, divenendo un peso sull’attività delle imprese e frenando gli investimenti.

L’inflazione dovrebbe diminuire nel 2023: dopo aver raggiunto il massimo storico del 10,6% a ottobre 2022, l’inflazione è diminuita e la stima rapida di gennaio indica che scenderà all’8,5% nella zona euro. Il calo è stato determinato principalmente dall’inflazione dei beni energetici in discesa, mentre l’inflazione di fondo non ha ancora raggiunto il picco.

Le previsioni di inflazione sono state riviste leggermente al ribasso rispetto all’autunno, riflettendo principalmente l’andamento del mercato dell’energia. Nell’Ue l’inflazione complessiva dovrebbe scendere dal 9,2% nel 2022 al 6,4% nel 2023 e al 2,8% nel 2024. Nella zona euro dovrebbe scendere dall’8,4% nel 2022, al 5,6% nel 2023 e al 2,5% nel 2024.

I rischi per l’inflazione restano in gran parte legati all’andamento dei mercati dell’energia, rispecchiando alcuni dei rischi per la crescita. Soprattutto nel 2024 prevalgono rischi al rialzo per l’inflazione, poiché le pressioni sui prezzi potrebbero rivelarsi più ampie e più radicate del previsto se la crescita dei salari dovesse stabilizzarsi a tassi superiori alla media per un periodo prolungato.

Per quanto riguarda l’Italia, si stima che la produzione economica sia cresciuta del 3,9% nel 2022, trainata dalla domanda interna, in particolare dagli investimenti immobiliari, mentre nel 2023 dovrebbe attestarsi allo 0,8         %, per attestarsi all’1,0 % nel 2024. Il forte aumento dei prezzi dell’energia nella seconda metà dell’anno, tuttavia, ha determinato un marcato rallentamento dei consumi privati e degli investimenti delle imprese, in un contesto di aumento dei costi di finanziamento.

Anche per l’Italia l’inflazione è aumentata notevolmente nel 2022, alimentata dal forte aumento dei prezzi dell’energia, raggiungendo il picco nel quarto trimestre, con una media dell’8,7% su tutto l’anno. Nel 2023 l’inflazione dovrebbe scendere al 6,1%, fino al 2,6 % nel 2024.

Paolo Gentiloni, Commissario per l’Economia, osserva che «l’anno scorso l’economia dell’Ue ha superato le aspettative, con una crescita resiliente nonostante gli shock provocati dalla guerra di aggressione russa». Infatti, i paesi europei sono «entrati nel 2023 in condizioni più favorevoli del previsto: i rischi di recessione e di carenze di gas si sono attenuati e la disoccupazione rimane ai livelli più bassi». Ciononostante, «gli europei devono affrontare un periodo difficile», poiché «si prevede che la crescita rallenterà per effetto dei fattori negativi e la presa dell’inflazione sul potere di acquisto si allenterà solo gradualmente nei prossimi trimestri». Del resto, «una risposta politica unitaria e globale ha permesso all’Ue di resistere alle tempeste che hanno investito le nostre economie e le nostre società dal 2020».

Valdis Dombrovskis, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea con delega a un’economia al servizio delle persone, sostiene che «l’Europa sta dando prova di resilienza di fronte alle sfide attuali» ed è stata «in grado di scongiurare una recessione preannunciata». Da qui il «discreto ottimismo sulle prospettive di crescita e sul previsto calo dell’inflazione quest’anno». Ciononostante, è necessario «far fronte a molte difficoltà[…], se non altro perché la guerra incessante della Russia nei confronti dell’Ucraina continua a creare incertezza». Nonché essere «determinati a stimolare la nostra competitività industriale per rafforzare la crescita e la resilienza».

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