Ecologia e salute: cosa occorre per l’emergenza caldo

L’Italia è uno dei primi Paesi in Europa che ha attivato un Piano nazionale di interventi per la prevenzione degli effetti sulla salute da ondate di calore. Ma ogni accorgimento, per essere veramente efficace non può prescindere da una maggiore consapevolezza di quello che tutti siamo chiamati a fare, modificando comportamenti, consuetudini e modi di pensare
ansa caldo

L’Italia è stato uno dei primi Paesi in Europa che ha attivato, già a partire dal 2004, un Piano nazionale di interventi per la prevenzione degli effetti sulla salute da ondate di calore. Un piano integrato con i servizi socio-sanitari e gli organi di comunicazione, affiancato dalle pagine del ministero della salute con le "FAQ" sulle ondate di calore  e sull’Emergenza Caldoper reperire informazioni affidabili e aggiornate sull'approssimarsi di periodi critici e sulle strutture a cui fare riferimento in caso di necessità. Una particolare attenzione è rivolta ai cittadini fragili (anziani, bambini, cardiopatici, pazienti affetti da patologie croniche) si concretizza nella mappatura dei pazienti a rischio, maggiormente suscettibili all'incremento della temperatura, con l'obiettivo di potenziare l'assistenza sanitaria in maniera individuale e preventiva.

Ma questo sforzo, per risultare veramente efficace nel migliorare la salute dei cittadini e prevenire i disagi causati dal fenomeno del riscaldamento climatico, non può prescindere da una maggiore consapevolezza di quello che tutti siamo chiamati a fare, modificando comportamenti, consuetudini e modi di pensare.

Il valore e l’impatto di gesti quotidiani, alla portata di tutti, nel migliorare la qualità della vita nelle comunità locali e la salute delle persone, è sottolineato con forza anche da papa Francesco con la sua lettera enciclica "Laudato sì”, dove si rimarcano i risultati significativi a medio e lungo termine che le iniziative personali e comunitarie possono avere, superando quell’impasse dell’attuale sistema politico ed economico, che restringe  il proprio orizzonte a risultati immediati e funzionali ad una logica irreale di crescita illimitata e insostenibile.

Con un accento quasi scientifico e forte di una impostazione marcatamente ecumenica, il pontefice richiama con forza tutti gli abitanti del pianeta, di qualunque convinzione, ad una responsabilità verso cui nessuno può dichiararsi estraneo: la tutela dell'unica casa che abbiamo, dalla quale dipende il futuro dei nostri figli. Un tema trasversale fra  spiritualità, bene comune, cura della salute e scienza, di sempre maggiore attualità: basti pensare, in questi giorni di esplorazione dell'estremità del sistema solare, al suggestivo scatto fotografico della terra visto dalla sonda Voyager 1, noto come "Pale Blue Dot", che ha contribuito a sviluppare una nuova coscienza della fragilità e unicità del pianeta che abitiamo.

Sembra evidente il filo conduttore fra iniziative attuali, su piani solo in apparenza distanti convergenti, che spingono le persone ad una maggiore responsabilizzazione verso la cura ambientale, comprendendo che questa ha un forte impatto diretto sulla salute e sulla qualità della vita.Anche le pagine citate del Ministero della Salute puntano molto, ad esempio, sulla prevenzione ambientale, suggerendo comportamenti finalizzati al risparmio energetico, alla climatizzazione ad alta efficienza, a piccoli accorgimenti domestici che, se messi in pratica correttamente da tutti, contribuiscono a ridurre il rischio legato al caldo ma assicurano anche benefici a lungo termine, rendendo il nostro stile di vita più sostenibile.

Come già sostenuto spesso in queste pagine, le nostre scelte personali sono il primo determinante di salute, individuale e collettiva, e il solo che possiamo influenzare direttamente.

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