È iniziato l’Asem a Milano

Il 16 e 17 ottobre si incontrano i leader di 50 Paesi per una stretta collaborazione a livello commerciale. Il continente asiatico è interessato alle innovazioni e alla ricerca europee così come i capi di Stato europei hanno bisogno di investimenti e nuove alleanze
Asem a Milano

Asem (Asia-Europe meeting). Il 16 e 17 ottobre a Milano si incontrano i leader di 50 Paesi per un progetto ambito, grandioso: una stretta collaborazione tra Asia ed Europa a livello commerciale, naturalmente. A dire il vero, di queste collaborazioni, l’Asia ormai ne ha già firmate con la Russia, con molti Paesi dell’America del Sud e con gli Usa. L’Europa, questa vecchia signora, con un passato glorioso e ricco, gode ancora di un certo fascino da parte dell’Asia. Certo, però, che deve affrettarsi ad accettare “la corte” di questo pretendente, il più ambito del pianeta: arrivano in 50 a farle sentire la sua importanza mondiale.

Il continente asiatico è interessato al vecchio continente per la tecnologia, quella tecnologia frutto delle “teste buone” che non sono andate a lavorare oltreoceano e che rendono l’Europa ricca: di idee, di ricerche, di innovazioni, come ad esempio i nuovi materiali per cellulari. L’Europa, e l’Italia in particolare, gode da sempre di un grande apprezzamento da parte dell’Asia, più di altre parti del mondo, anche per il ricchissimo patrimonio culturale che è conservato per l’80 per cento proprio in Italia. Ormai sono davvero tanti i ricchi in Asia che fanno dell’Europa una meta per le loro vacanze. Giusto qualche dato: in India si parla di circa 50 milioni di straricchi e la nazione dove si vendono più Ferrari in tutto il pianeta è la Cina. Forse qualcuno pensa che sia facile per un ricco cinese o per uno indiano venire in Italia. No, è il contrario. Non è inusuale vedersi rifiutata la richiesta di visto, anche per futili motivi.

Insomma, i 50 capi di Stato “pretendenti della signora” sono arrivati (assente solo il premier indiano Modi, che invia il vice ministro degli Esteri Vijav Kumar) in cerca di un appuntamento galante. L’Europa ha un estremo bisogno di investimenti, di cash dai chi di soldi ne ha tanti: ancora dalla Cina. E ha bisogno anche di accordi bilaterali. Al momento la Cina ha investito in 195 imprese italiane per un valore di circa 6 miliardi di euro; la cosa interessante è che i partner cinesi non stravolgono la politica aziendale, ma lasciano invariata la struttura dell’azienda, come sta avvenendo per le imprese in tutta Europa (basti vedere la Volvo); questo, sia per non urtare la fiducia del partner locale, sia per dare fiducia. Alla Cina interessa che le aziende si sviluppino verso l’esportazione, aprendo nuovi mercati. Per questo la scelta di non far diventare l’Ansaldo un’azienda cinese, nonostante la Shanghai Electric vi abbia investito 400 milioni di euro. Non è la strategia cinese. Invece i dirigenti cinesi creano nuove alleanze, aprono nuovi accordi e nuovi mercati per le aziende acquistate. Si cambia mentalità, non il prodotto venduto. La “genialità italiana”, insomma, rimane e si associa al capitale cinese: un’opportunità unica per il nostro Paese.

L’Europa è anche tra i maggiori garanti dei diritti umanie il generale e capo del governo thailandese Prayuth Chan-ocha dovrà spiegare ai partner europei le ragioni del colpo di Stato che l’ha portato al potere il 22 maggio scorso. Gli Stati europei vogliono spiegazioni e rassicurazioni per una transizione da un governo militare verso un governo civile, pena sanzioni commerciali. L’Europa è anche questo e possiamo esserne fieri. Siamo i cittadini di un continente che ancora ha da donare al mondo il grande valore delle istituzioni politiche, dell’arte e della qualità della vita, punti d’attrazione per i cittadini del mondo intero.

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