Dulcis in fundo: la cioccolateria sociale

Da un bene confiscato alla camorra nasce Dulcis in Fundo, la cioccolateria sociale che ha l’obiettivo di formare i ragazzi disabili e introdurli nel mondo del lavoro. L’esperienza fa parte del più ampio progetto di Davar Onlus, una cooperativa sociale nata dall’incontro tra alcuni ragazzi dell’Azione Cattolica della parrocchia di San Nicola a Casal di Principe

Dove prima c’era una villa appartenente a un boss della camorra, a Casal di Principe (Ce), oggi è nata una cioccolateria sociale: Dulcis in Fundo, dove a lavorare il cioccolato sono alcuni ragazzi disabili con la passione per la pasticceria. Tra le promotrici del progetto c’è Tina Borzacchiello, mamma di un ragazzo con la sindrome di Down, che per prima ha vissuto le difficoltà del figlio nel trovare un lavoro. Questo è stato il punto di partenza per la nascita di una pasticceria sociale in grado di insegnare un mestiere ai ragazzi diversamente abili, accompagnandoli poi nel mondo del lavoro.

Cioccolato fondente, al latte o bianco purissimo, sono gli ingredienti che si lavorano all’interno del laboratorio e prima di iniziare i ragazzi hanno seguito anche un corso di formazione tenuto da Francesco Bruno, maestro cioccolataio che in maniera completamente gratuita ha trasmesso ai suoi allievi passione e conoscenza. Il laboratorio è un vero e proprio centro di formazione, dove i ragazzi possono sviluppare le proprie capacità oltre a trovare l’indipendenza:

«La cucina terapeutica è la chiave che aiuta questi ragazzi a stimolare l’uso dei sensi»,

è quello che si legge sul sito della cioccolateria, ma il progetto è anche un simbolo di speranza e di ritorno all’artigianato vero, in una terra dal trascorso difficile, dove si continua a scavare alla ricerca di rifiuti tossici e dove la camorra continua ad avere i propri interessi.

L’esperienza fa parte del più ampio progetto di Davar Onlus, una cooperativa sociale nata nel 2003 grazie all’incontro tra alcuni ragazzi dell’Azione Cattolica della parrocchia di San Nicola a Casal di Principe, la chiesa dove nel 1994 don Peppe Diana, da sempre impegnato nell’antimafia, è stato ucciso dalla camorra. L’associazione, nel 2011, grazie ad un bando pubblico ha ottenuto la villa confiscata alla mafia, la Regione Campania ha poi finanziato i lavori e grazie alla Fondazione con il Sud anche i primi macchinari sono stati comprati. Con non pochi sacrifici la cioccolateria è riuscita a partire e ad oggi, oltre a realizzare dolci di altissima qualità, i ragazzi che lavorano accolgono anche le scolaresche in gita a cui vengono mostrate tutte le fasi di lavorazione del cioccolato. Un messaggio positivo e di speranza che proviene da una terra con una gran voglia di riscatto.

Per saperne di più basta visitare il sito: www.dulcisinfundo.eu

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