Su due ruote verso Capo Nord

L'avventura di Gasparino La Rosa per sostenere la ricerca contro il cancro, in memoria della moglie
Gasparino La Rosa nel suo passaggio a Parigi (foto dai social di Gasparino La Rosa)

Un ultimo controllo a freni e gomme, per completare il check più approfondito fatto la sera prima di andare a dormire. Giusto il tempo per fare colazione, bar permettendo. E si riparte. Perché quando si percorrono centinaia e centinaia di chilometri su sentieri privi di attività, servizi, giusto qualche casetta immersa nella natura, nulla è scontato: fisico, cuore e mente si adattano alle contingenze e trovano il punto di equilibrio per stare bene. Come nella vita, come nel sentiero che ciascuno percorre ogni giorno.

Raggiungiamo telefonicamente Gasparino La Rosa mentre si trova in un punto della costa nord della Finlandia in attesa del traghetto per imbarcarsi verso Oslo. “Qui serve il giubbino, la temperatura è intorno a dieci gradi”, ci dice Gasparino prima di iniziare a raccontarci i tratti salienti di un’avventura che, nella sua eccezionalità, intreccia i temi quotidiani della vita, i valori a cui dare importanza, la ricerca, la speranza

Gasparino La Rosa è Maggiore della Guardia di Finanza in forza al Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro. L’8 luglio scorso, da Messina, è iniziato il suo “viaggio per la vita” in bicicletta. Arriverà intorno al 15 agosto al Circolo Polare Artico (Capo Nord), lungo un percorso di quasi seimila chilometri, tra una decina di Stati diversi, che, in poco più di venti giorni, lo ha già portato ad attraversare tutta la costa tirrenica italiana, fino a Genova, quindi a Torino e da lì verso l’Europa del Nord. A Torino è si è aggregato alla North Cape 4000, l’avventura in bicicletta ad ultradistanza più partecipata al mondo, con destinazione il Circolo Polare Artico, a cui si aggregano appassionati cicloamatori da tutto il mondo. Con il suo tracciato Gps, Gasparino ha ripreso la sua corsa in solitaria e oggi conta di essere in anticipo sulla tabella di marcia: potrebbe arrivare a Capo Nord prima del 15 agosto.

«Un percorso entusiasmante segnato da un riadattamento alle condizioni esterne, giorno dopo giorno – dichiara Gasparino a Città Nuova –. Se in Italia e in Europa era tutto sommato semplice trovare posti dove dormire, anche con il supporto della Guardia di Finanza che ha messo a disposizione alcune sue foresterie e che colgo l’occasione per ringraziare, in tanti Stati la situazione è molto diversa: si percorre anche 60/70 chilometri senza trovare un centro abitato, per cui il percorso quotidiano continuava e si prolungava fin quando non trovavo un posto dove dormire. Ci sono stati ovviamente incidenti di percorso, per fortuna non gravi: sono cadute tre volte, ho bucato due volte, più volte ho dovuto cambiare copertone della bici a causa delle condizioni disastrate del manto stradale».

Tra le 14 e le 15 ore al giorno di pedalata più o meno senza fermarsi, una media tra i 230 e i 250 chilometri giornalieri, fiato ai polmoni senza sosta, giusto il tempo di mettere qualcosa nello stomaco salvo che, per rientrare nella tabella di marcia, non è costretto a pranzare in sella alla bici. E qualche “ammaccatura” che non manca, tra infiammazioni e qualche dolorino che il riposo della notte porta via e si riparte. Tutto questo con uno spirito, che ha dato il via a tutto e che dà ogni giorno a Gasparino la forza di muovere gambe e cuore in sella alla sua bici, e un obiettivo: sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza vitale della ricerca.

L’avventura di Gasparino, patrocinata dal Comando Generale della Guardia di Finanza e supportata dalla Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro – AIRC, vuole onorare la moglie, Maria, scomparsa il 5 novembre 2021 dopo una lunga battaglia contro un nemico alieno e privo di emozione: il tumore. Attraverso il sito www.unviaggioperlavita.it, tutti possono unirsi simbolicamente al viaggio di Gasparino verso Capo Nord e soprattutto supportare la ricerca contro il cancro.

«Mia moglie è vissuta sette anni grazie ai farmaci e alle terapie – ci racconta Gasparino – Nonostante l’esito non sia stato quello che tutti noi abbiamo sperato fino alla fine, le cure hanno rappresentato la speranza, la molla per andare avanti. Sensibilizzare l’opinione pubblica sulla ricerca significa essere consapevoli di questi: la ricerca ci offre una speranza, ci dà la forza per non mollare. Ricordare mia moglie attraverso questa avventura significa lanciare un messaggio a quanti combattono la stessa battaglia che ha combattuto lei: la ricerca ha fatto passi avanti e sta a ciascuno di noi supportarla».

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