Due punti a favore di Trump?

Dal G20 di Buenos Aires un paio di buone notizie: la moratoria di 90 giorni per i dazi con la Cina, che stavano minando l’economia mondiale, e l’annunciato prossimo incontro col leader della Corea del Nord

A Buenos Aires i leader delle due grandi super potenze, Xi Jinping e Donald Trump, si sono incontrati per il G20, ed hanno avuto una cena di lavoro di due ore mezza. Grandi dichiarazioni di amicizia e collaborazione dei due supercolossi, e poi anche la decisione che per il primo Gennaio 2019 Trump lascerà i dazi al 10% per la merce proveniente dalla China per circa 200 miliardi di dollari. E Xi Jinping? Ha promesso di comprare una consistente quantità di “energia” dagli Usa, insieme a prodotti agricoli e industriali. Non ci sono stati dati specifici su quali prodotti si aggiri la promessa cinese.

Gli analisti internazionali affermano che si tratta solo di una semplice tregua. Il vero punto rimane la questione dei 375 miliardi di dollari del disavanzo commerciale cinese, con la questione energetica al centro dell’attenzione. Il primo fornitore di gas liquido alla Cina, ad esempio, per i prossimi 30 anni rimane la Russia, che ha prezzi vantaggiosissimi. Ed il petrolio? Il colosso energetico Rosneft ha ed avrà un ruolo di primaria importanza nell’assicurare la sicurezza energetica alla Cina, come afferma il ceo, Igor Sechin. Al momento la Rosneft fornisce dai 40 ai 50 milioni di tonnellate di “crudo” alla Cina, cioè il 6,5% del fabbisogno cinese. Una collaborazione nata nel 2011, quando la Russia ha iniziato a fornire il “crudo” alla Cina attraverso la conduttura Skovorodino-Moho. Da quel momento è entrato in funzione l’accordo firmato tra le aziende Rosneft, Transneft e China National Petroleum Corporation (CNPC). Al momento, per il 2035, si parla di 500 miliardi di dollari di forniture di greggio.

Ma c’è anche la questione agricola: Cina, Usa e Russia sono indaffarati per acquisire posizioni di rilievo. La Russia al momento è il primo esportatore al mondo di frumento non geneticamente modificato: col cambiamento climatico, la Siberia si sta rivelando un territorio immenso per uno sfruttamento agricolo. Sono questi, forse, i veri nodi delle questioni politiche che sottostanno alle pressioni e sanzioni internazionali contro la Russia e Cina? I Stelle e strisce forse non vogliono restar fuori da questo fruttuoso business energetico e agricolo. Washington non vuole rimane a guardare Russia e Cina che fanno affari da capogiro tra di loro. E allora premono, come loro sanno fare, cioè con sanzioni e pressioni politiche.

Le tariffe dei dazi saranno dunque ferme al 10% fino a gennaio: se non si raggiungerà un accordo sostanziale, saliranno però al 25% per prodotti del valore di 200 miliardi di dollari complessivi. Al momento la moratoria dà un respiro ai mercati finanziari e al mondo politico. Anche perché le guerre commerciali sono sempre state un annuncio di guerre finite nel sangue.

Secondo punto a favore di Trump, l’annuncio di un prossimo incontro col leader della Corea del Nord, Kim Jon-un, che dovrebbe avvenire tra gennaio e febbraio del 2019. «È possibile, inoltre, in un prossimo futuro, un invito a Washington: noi ci capiamo proprio bene», ha affermato Trump riferendosi alla sua controparte, che mesi fa definiva ’’Mr. Missile’’. Le sanzioni economiche imposte a Kim Jun-un sono ancora notevoli e strozzano l’economia del piccolo Stato coreano. Mike Pompeo, segretario di Stato statunitense che ha guidato la delegazione in visita a Pyongyang in ottobre, ha affermato che tali sanzioni «non saranno tolte». Già riuscire a far sedere i due leader, Usa e nord coreano, ad un tavolo per la seconda volta è un grande passo in avanti e una speranza per il futuro.

 

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