Dove sono i cristiani?

A proposito dell’articolo di Michele Zanzucchi “Inclassificabili cristiani” del numero 18/2011.
Simboliche

Parlare chiaro

 

«Diceva don Milani: “Non serve a nulla avere le mani pulite se poi le si tengono in tasca”. Credo sia giusto chiedere chiarimenti alla quarta carica dello Stato sul presunto coinvolgimento nel reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Invece un articolo di Città Nuova definiva “cani ringhianti” i ragazzi che, Costituzione alla mano, si sono limitati a fischiare (Pertini parlava di “libero fischio in libero Stato”). Quanti cattolici conoscono l’intervista che Paolo Borsellino rese tre mesi prima di morire a proposito dei rapporti tra Forza Italia e Cosa nostra? Sono più pericolosi coloro che ostentano la fede cristiana e si dimenticano della fedina penale e della Costituzione».

Raffaele Natalucci

 

 

Faziosi

 

«Sento stanchezza nel ricevere periodicamente mortificazioni nei confronti delle mie convinzioni politiche. Dietro tante belle parole si nasconde un comportamento (tipico della sinistra) volto a puntare altrove il dito delle responsabilità. Un comportamento che non propone, ma tutto proteso a evidenziare le manchevolezze degli altri. Quando dite: “La nostra credibilità all’estero non è mai stata così bassa”, mi chiedo chi lo dice. Bersani? C’è in realtà una manovra speculativa in corso che attacca l’euro nella sua instabile struttura organizzativa, ma questo nulla a che fare con la credibilità italiana».

Massimo Cardaci

 

Criteri per una scelta

 

«I credenti si rimproverano a vicenda per l’appartenenza a una o l’altra compagine politica. Ma quale potrebbe essere il ruolo di cristiani maturi che sanno offrire il perché delle proprie scelte? Ecco i primi due punti di un decalogo che vorrei condividere.

1.     Prendere atto che non esiste il partito perfetto e che non si possono “ingabbiare” i cristiani sotto un unico simbolo, non farebbero il bene della società oggi (sale e lievito vanno distribuiti nella massa e la perfezione non è di questo mondo);

2.     Avere sempre a cuore prima la fraternità e poi il “proprio” partito o idee politiche».

Cristina De Donà

 

Inclassificabili, perciò scomodi

«Il cristiano non si presta a compromessi, dando luogo a una trasversalità che, per chi comanda, è devastante. I partiti hanno capito molto bene questa cosa e ci pensano bene prima di “assumerli” nel proprio entourage; da qui una difficile rappresentatività dei cristiani a tutti i livelli. Una mia impressione o solo una fantasia?».

Walter Fiorelli

 

Gli interventi integrali sono sul sito www.cittanuova.it. Il momento è difficile e il dibattito necessario. Ne abbiamo parlato, in particolare, a proposito dell’eventuale partito dei cattolici, nell’articolo di Paolo Lòriga alle pagg. 16-18 di questo numero. (m.z.)

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons