Domande

La presentazione del numero di novembre di Città Nuova da parte del direttore. Questo articolo è stato chiuso in redazione l'11 ottobre 2023.
Foto iStock

Mi scrive Cristina, giovane professionista di Torino: «Bisognerebbe cercare una risposta alla domanda: cos’è la comunità per me? Cosa vuol dire viverla nella realtà in cui sono? È possibile vivere la comunità anche a distanza? Come sono i nostri rapporti intergenerazionali nel posto in cui viviamo? Dov’è finito il coraggio di guardarsi negli occhi, di prendersi cura di chi ci sta accanto? Non arrendiamoci! Un mondo migliore è possibile se ci sosteniamo a vicenda».

Abbiamo già parlato di comunità nel numero scorso della rivista. Questa volta lo facciamo con gli occhi delle due giovanissime colleghe di redazione: Candela Copparoni (neo giornalista professionista) e Miriana Dante (studentessa di comunicazione) firmano l’inchiesta, le storie e l’intervista. Ma tutto il numero è “contaminato”, comprese le nuove rubriche: quella di Luigino Bruni, iniziata a settembre, e quella di Fernando Muraca, che parte in questo numero.

Nella società caotica, frammentata e spesso violenta di oggi, i giovani non cercano necessariamente delle risposte alle loro domande. Sembrano invece interessati prima di tutto al percorso, da fare insieme giovani e adulti. Quindi al rapporto, al tempo passato insieme per riflettere e… sperare. Potremmo definire così i giovani: cercatori di senso.

Noi adulti, però, sembriamo incapaci di aiutarli. Mentre scrivo, arrivano le agghiaccianti immagini dell’attacco di Hamas a Israele. Ne parla a pg. 38 Carlo Cefaloni, il collega che ha appena vinto un prestigioso premio per la pace.

Oggi mi sembra vitale ritrovare un senso al nostro vivere, personale e sociale. Perché quando un senso non c’è, rimane solo lo sballo, la paura e la violenza distruttrice.

Concludo con un omaggio a p. Antonio Spadaro, che ha lasciato la direzione de La Civiltà Cattolica. Lo faccio riportando alcuni concetti, espressi nel suo messaggio di saluto (14/9/2023), che possono essere applicati tali e quali alla nostra rivista: [Città Nuova] «è una visione del mondo, della cultura, della politica, delle tensioni di questa realtà. È dunque una interpretazione, un modo di vedere le cose, generata da una comunità e, dunque, da un’esperienza spirituale condivisa. È un mensile (e un sito web) di opinione, dunque opinabile. Parla con un pensiero aperto, con inquietudine e con immaginazione. Unica nel suo genere, [Città Nuova] aspira ad essere come un amico. Infatti, tra chi scrive e chi legge corre una comunicazione di pensieri e di affetti che tiene molto dell’amicizia, spesso giunge a essere quasi una segreta intimità».

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