Distrutta la Città della Scienza

In cenere quattro dei sei padiglioni del gioiellino tecnologico napoletano. Ce la farà la città ad affrontare le difficoltà e le sfide che l'attendono?  
Città della scienza in fiamme

La colonna di fumo nero che si è alzata da Bagnoli e il bagliore delle fiamme che ha illuminato la città per tutta la notte sono il simbolo delle difficoltà in cui oggi verte Napoli. Una città che stenta ad andare avanti e che lunedì, in un solo giorno, ha assistito impotente prima al crollo di un palazzo lungo la riviera di Chiaia, una delle zone "chic" della città, e poi al rogo che ha distrutto quattro dei sei padiglioni di Città della scienza, per un'area complessiva di circa 12 mila metri quadrati.

La ferita provocata nella popolazione da quest'incendio difficilmente può essere colta da chi non è napoletano. In una città che offre sempre meno, in termini di cultura e di opportunità, lo "science centre" partenopeo era – con il museo e le aree espositive – un avamposto dell'innovazione e della tecnologia alla portata di tutti. Un segno tangibile di speranza.

Un'altra batosta, dunque, si è abbattuta sulla testa dei napoletani, che – a causa della mancanza di fondi – sarà costretta anche a proporre un Forum delle Culture – grande evento internazionale patrocinato dall'Unesco e fortemente voluto dall'ex governatore Bassolino e dall'ex sindaco Iervolino – in chiave molto ridotta.

Ma le difficoltà economiche e culturali non si fermano qui: il Roma, testata giornalistica storica, così chiamata per sollecitare il governo della nascente Repubblica italiana a fare del capoluogo laziale la sua Capitale, è in liquidazione. Se il quotidiano è in edicola, lo deve solo alla tenacia e alla professionalità di coloro che vi lavorano.

Spente le fiamme, l'area della Città della Scienza è stata posta sotto sequestro. Si sussurra che l'incendio possa essere doloso: se fosse così, nessuno se ne stupirebbe. In lacrime, i lavoratori che da mesi non percepivano lo stipendio, aspettano impotenti una parola, un segno che dia speranza al loro futuro.

La tristezza invade gli animi, ma la città può ancora farcela, può ancora reagire e risorgere dalle sue macerie. Dal sindaco Luigi De Magistris, che oggi dovrebbe sentire il presidente Napolitano, altro napoletano doc, arriva – via twitter – un appello alla cooperazione. E solidarietà arriva anche da altre parti d'Italia. E se qualcuno, come Roberto Saviano, preferisce essere pessimista, («Città della scienza prende fuoco. Sembra che a Napoli nulla sia destinato a sopravvivere»), tra i primi ad intervenire Vendola assicura che i padiglioni saranno ricostruiti, mentre il sindaco Matteo Renzi scrive su un tweet: «#Firenze abbraccia la meravigliosa città di #Napoli. Siamo vicini al sindaco @demagistris e a chi vuole bene alla #cittàdellascienza». Solidarietà anche dal sindaco Michele Emiliano: «#Bari abbraccia la città sorella di #Napoli luogo sacro alla cultura europea oggi colpita da #incendio #CittàDellaScienza».

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