Dire sempre la verità

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“In un rapporto di coppia, che posto ha la sincerità? Deve essere totale, per l’unità della coppia, o è giustificata qualche manipolazione della verità, magari per evitare una discussione, che potrebbe derivare da una azione che l’altro non approva? Io e mio marito abbiamo discusso più volte su questo. Aspettiamo una vostra risposta e ringraziamo”. A.B. Il mondo della fiction televisiva è pieno di relazioni di coppia superficiali, sui giornali leggiamo sondaggi avvilenti che confondono, tesi a far credere che un matrimonio felice è questione di menzogne, come proclamava un articolo su un quotidiano qualche settimana fa. La cultura dominante non aiuta a far fiorire nelle persone l’esigenza innata di stabilire un rapporto di coppia nella verità. Ogni cuore innamorato cerca un amore costruito sulla franchezza, sulla lealtà e sulla comunicazione; ne abbiamo già parlato su queste pagine. Chi si sposa, non solo desidera, ma promette un’unione che nasce e si solidifica grazie al coraggio di aprirsi e donarsi tutto di noi stessi. Per comunicare, occorre tuttavia non solo un grande affetto, ma la maturità di amare. Infatti, è necessario comprendere cosa l’altro è capace di ricevere. Non è sincerità che costruisce il rapporto, ad esempio, quella di chi proclama: “Io quel che ho dentro, lo dico…”, se dimentica la delicatezza, la prudenza, il rispetto per l’altro nel confidarsi. Siamo sinceri, non se raccontiamo tutto per filo e per segno, né se ci narriamo per il dovere di svelare la verità e sentirsi a posto. Chi può dire, poi, di possedere la verità? Piuttosto ci appartiene il nostro punto di vista. Allora, e possiamoporgerlo, a tempo e luogo opportuni, come ci suggerisce l’amore e la nostra coscienza. A volte però ci possono essere casi di particolare gravità morale nelle nostre esistenze, coi quali non è facile misurarsi, perché oggi, avverte Giovanni Paolo II, “l’imprescindibile esigenza di verità è scomparsa, in favore di un criterio di sincerità, di autenticità, di accordo con sé stessi, tanto che si è giunti ad una concezione radicalmente soggettivista del giudizio morale” (Veritatis Splendor, n.32). Nelle situazioni più delicate il confronto con una coppia più matura o con un sacerdote, può aiutare. Senz’altro è il segno che siamo pronti a non tenerci maliziosamente qualcosa per noi e che quello che diremo sarà nell’ottica dell’unità e per favorire l’altro, non noi stessi. “Giorno dopo giorno, ora dopo ora/ siamo diventati forti come una verità” canta Jovannotti. La verità, penso, non consiste solo in quello che ci possiamo dire, ma in ciò che ci possiamo donare. È nel nostro amore, che, col tempo, ci renderà migliori. Un rapporto perfetto tra due persone è nella verità piena. Ma è un cammino lungo, che dura tutta la vita.

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