Diario dalla Siria /17

Il patriarca maronita dopo 70 anni visita il territorio siriano: uomo di pace, ha cercato di scongiurare in tutti i modi il conflitto e chiede, durante l'omelia che sia la politica interna e non le ingerenze estere a decidere del futuro del Paese. Intanto tre sacerdoti sono stati rapiti tra Aleppo e Damasco
Aleppo sotto assedio

«I colpi di cannone o di mortaio sono quasi cessati e la giornata si profila più tranquilla anche se l’inquietudine accompagna in maniera impercettibile ogni ora. Nella città si prepara un evento definito storico, cui la TV di Stato ha dato grande rilievo e sottolineato anche da alcune emittenti libanesi con toni di compiacimento. Il patriarca maronita sua Beatitudine il cardinale Bechara Rai è arrivato da Beirut nella capitale siriana, in modo ufficiale, per assistere all’intronizzazione del nuovo patriarca greco-ortodosso della chiesa d’Antiochia,  sua Beatitudine Iohanna X e presiedera  la messa in onore di San Maroun.

Da più di settant’anni un patriarca maronita non entra in Siria e la visita del cardinal Rai ha il tono di un atto coraggioso e di ampio respiro, da parte di un uomo di fede che vorrebbe fare non solo del Libano ma del Medio Oriente un luogo di convivialità, di rispetto reciproco tra uomini e popoli di religioni diverse, di pace duratura, di amore. Così è recepita qui da tanti semplici fedeli la sua visita, preparata con amore e trepidazione dalla piccola comunità maronita, circondata dall’affettuosa partecipazione di cristiani di tutti i riti, rappresentati durante la Messa dai loro Vescovi, alla presenza del nunzio apostolico.

Il cardinale è conosciuto come una persona che non vuole scendere a compromessi di fronte alla parola: “pace” e che da figlio di queste terre medio-orientali conosce bene le responsabilità interne e della politica regionale ed internazionale anche in questo assurdo conflitto che insanguina la Siria e che egli ha in tutti i modi cercato di evitare. Le sua parole chiare durante l’omelia, che invitano tra il resto a lasciare che siano i membri della famiglia a regolarsi tra loro senza l’intervento di persone esterne, parlano in modo inequivocabile alle orecchie dei presenti, che sfilano molto numerosi poi a stringergli la mano dopo la celebrazione, per ringraziarlo di essere venuto qui, proprio adesso, sfidando i rischi che non sono pochi, così come si può desumere dai controlli accuratissimi e prolungati all’esterno della cattedrale e in tutto il quartiere.

Purtroppo quando il Cardinale sarà già partito una brutta notizia subito confermata comincerà a serpeggiare destando preoccupazione e smarrimento: due sacerdoti ad Aleppo e uno a Damasco sono stati rapiti da sconosciuti. Si parla già di un forte riscatto per i primi due. Non si vuole legare i fatti alla venuta del Patriarca anche se sono avvenuti proprio lo stesso giorno della festa di San Maroun ma è chiaro che sono in ogni caso il segno del pericolo in cui si vive e confermano la tesi di chi sostiene che la decisione occidentale e americana di non dare più armi ai ribelli li spinga a cercare di procurarsene per altre vie, cosa già confermata da episodi analoghi. La popolazione dunque paga un conto doppiamente salato: perde vite e anche denaro».

Giò Astense

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