Dialogo

BENEDETTO XVI Modelli e contenuti Negli ultimi due mesi, visite ad limina di vescovi provenienti dall’Asia e l’Assemblea plenaria del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso hanno offerto l’occasione a Benedetto XVI di tornare spesso sul tema del dialogo con altre fedi. Oltre che confermare che la Chiesa vuole continuare a costruire ponti di amicizia con i seguaci di tutte le religioni , il papa ha tracciato chiaramente le coordinate perché l’incontro possa davvero essere costruttivo, evitando di accettare la superficialità . Dopo aver proposto san Paolo come un esempio capace di coniugare evangelizzazione e dialogo, Benedetto XVI ha incoraggiato i vescovi di Malesia, Singapore e Brunei a lavorare per un un dialogo aperto e onesto con musulmani, buddhisti, indù e seguaci delle altre religioni presenti nei vostri rispettivi Paesi. Con tale impegno, infatti, si contribuisce ad aiutare i concittadini a riconoscere e osservare la legge scritta nei loro cuori articolando chiaramente la verità del Vangelo e contribuendo a promuovere una visione unificata del bene comune. Ciò, a sua volta, contribuirà a promuovere la libertà religiosa e una maggior coesione sociale. TRENTO E ROVERETO Ponti di dialogo A 14 anni di distanza dall’assemblea della Conferenza mondiale delle religioni per la pace (Wcrp) che si tenne a Riva del Garda, il Trentino ha ospitato il convegno della sezione europea della Wcrp. A Rovereto, 250 partecipanti di undici religioni si sono interrogati sui valori comuni da proporre al vecchio continente. Mons. Bressan, arcivescovo di Trento, ha sottolineato quanto la prospettiva da noi sia ancora eurocentrica e rifletta una visione statica dei problemi mondiali a vantaggio solo del Primo mondo, mancando di quella tensione dinamica di chi vuole farsi carico degli squilibri sociali. Le religioni, secondo Bressan, possono sostenere e aiutare la cultura europea purché non si punti a realizzare una fortezza chiusa, ma una famiglia nell’unica famiglia umana. Negli stessi giorni, la città di Trento è stata testimone della visita di una quindicina di accademici indiani, di tradizione indù, vicini ai Focolari, che hanno voluto rendere omaggio, nella sua città natale, a Chiara Lubich. Le sue visite in India nel 2001 e nel 2003 avevano infatti aperto un promettente dialogo con varie istituzioni di tradizione indù. È stato un pellegrinaggio: in India, andiamo a Gangotri sull’Himalaya, per immergerci nella sorgente del Gange. Questo ci avvicina a Dio. Venire a Trento per noi è un pellegrinaggio per immergerci nella spiritualità di Chiara, ha dichiarato Lalita Namjoshi, professoressa di Mumbai. Caloroso il benvenuto del sindaco e della cittadinanza a Palazzo Geremia. È stata una luce, l’ispirazione della mia ricerca sulla verità da sperimentare nella dimensione della fratellanza universale, ha dichiarato il prof. Upadhyaya, ricordando Chiara. DOHA, QATAR RISPETTO DELLA VITA La modernissima capitale del Qatar ha ospitato a metà maggio l’ormai tradizionale incontro organizzato dalla facoltà di Shari’a dell’università del Qatar, una qualificata assemblea di 155 fra rabbini, imam, vescovi e teologi che hanno discusso su Valori religiosi tra pace e rispetto per la vita. Aisha al-Mannai, presidente della conferenza, dopo aver dichiarato che il dialogo interreligioso è una necessità dettata dal potenziale costante pericolo di conflitti religiosi in diverse parti del mondo, ha concluso: Facciamo di tutto per continuare il dialogo fino al giorno del giudizio. Le ha fatto eco il card. Tauran, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, ribadendo che il dialogo è un servizio necessario all’umanità: non è più una scelta. Se ben fatto, con amore e verità, esso è sinonimo di comprensione reciproca, rispetto, pace e armonia fra le varie componenti di una società, siano esse etniche, religiose, culturali o politiche. Significativo e singolare l’invito del cardinale a considerare che ogni settimana, il venerdì, il sabato e la domenica, milioni di uomini e di donne, si riuniscono in preghiera nelle moschee, nelle sinagoghe e nelle chiese. Riescono a vivere l’unità nella diversità. Dobbiamo mettere questo patrimonio, a disposizione di tutta l’umanità.

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