Dentro la comunicazione

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Tra le continue novità che la macchina delle festività natalizie propone, risulta interessante la scelta che 500 tra giovani e adulti hanno fatto a fine anno, a favore di una due giorni su web, cinema, tv e pubblicità. Si tratta di Intermediando Point, promosso dalla rete di comunicatori di NetOne e svoltosi nella cornice del nuovo auditorium del centro internazionale di Loppiano. L’idea è venuta a Bruna, giovane giornalista, e a Tiago, studente di comunicazioni, che, dopo aver partecipato alla prima edizione di un seminario chiamato Intermediando, si sono dati da fare per allargare il cerchio agli amici e a tanti che, come loro, si confrontano ogni giorno con le proprie aspirazioni per un utilizzo dei media più attivo e partecipato. Città nuova • n.4 • 2008 34 Iniziative di fraternità e cittadinanza Dibattiti, tavole rotonde e laboratori hanno condotto i partecipanti in un dialogo con esperti dei media su globalizzazione e informazione, media e potere, frontiere del web e della pubblicità. L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti – declamava Chaplin nel monologo finale de Il grande dittatore -, la natura stessa di queste invenzioni reclama la fratellanza universale. Commenta Éric, venti anni: Rischiano di suonare un po’ naïf oggi queste parole; ma eravamo nel 1940 e un po’ di ingenuità sulla missione delle nascenti telecomunicazioni possiamo anche concederla. E oggi? Ha ancora senso una visione così positiva dei media?. In un’era in cui l’amicizia rischia di essere portata avanti in chat, tanta parte della vita è mediata da un supporto tecnologico troppo raramente comunicazione fa rima con comunione ma piuttosto con economia. Anzi – incalza Manolo Martini, conduttore televisivo ed anche di questo evento – si sa che l’economia è considerata il motore della comunicazione . L’economia innanzi tutto? Non è d’accordo Fernando Muraca, calabrese, regista di cinema e tv: Trovare dei varchi nel sistema è possibile. La società civile ha un margine d’azione, com’è capitato con il mio ultimo film È tempo di cambiare. L’idea è venuta a un carpentiere e un pizzaiolo calabresi: hanno messo 4 mila euro a testa; hanno poi convinto degli amici su una storia di riscatto umano e sociale ambientata in terra di Calabria. Un film che altrimenti non sarebbe mai stato preso in considerazione dalla grande distribuzione. Oggi c’è, e uscirà nelle sale in primavera. Se si ha coraggio di rischiare – conclude Fernando – è possibile fare qualcosa e questo genera speranza. Il web balza subito ai primi posti nell’interesse dei partecipanti. Maria Rosa Logozzo, espera di Ict e nuovi media sottolinea che la Rete offre grandi possibilità di confronto, di scambio e di relazionalità. Basti pensare alla nuova frontiera del web 2.0, una filosofia della Rete il cui l’ingrediente principale è la partecipazione, l’interazione degli utenti e la condivisione delle informazioni. Anche gli studi più recenti puntano sul fatto che la Rete non è data dalla tecnologia ma dai link, dai collegamenti tra persone. La scienza ci ha trasformati in cinici, l’abilità ci ha resi duri e cattivi. Pensiamo troppo e sentiamo poco ammonisce ancora Chaplin. E, a giudicare dal blocco di storie di professionisti che Intermediando Point propone, verrebbe da ci- tare Gandhi: Siate voi stessi il cambiamento che volete vedere nel mondo . Un’affermazione che mi ha sempre interpellata – racconta Rebecca Helm, giornalista statunitense -: sul mio blog racconto l’Italia ai miei connazionali e ho scelto di porre l’accento sulla gente che in questo Paese ogni giorno si confronta con le sfide della vita e trova il modo di andare avanti. Enrico Sabena è produttore musicale per cinema, tv e pubblicità e racconta che c’è anche chi ha il coraggio di investire in una comunicazione positiva. Recentemente ha curato il suono di una serie di cartoni animati per bambini tratti dai disegni che il fumettista Andrea Pazienza aveva creato per il figlio di un amico: una mosca bianca nel suo repertorio piuttosto noir; un progetto che fino ad oggi era rimasto nel cassetto perché, come si sa, il buono non fa audience. Una casa di produzione ha deciso di investire in una serie per la tv e a breve andranno in onda. Michelle Teo di Singapore ha lavorato per il network tv Al Jazeera. Nonostante le forti pressioni politiche e le difficoltà interne alla troupe, siamo riusciti a realizzare un servizio sui bambini di strada malesi: tre mesi di lavoro hanno prodotto tre minuti di immagini, ma tra di noi è anche nata e cresciuta una collaborazione fatta di stima e rispetto. Al laboratorio su cinema e tv i partecipanti decidono per la realizzazione di un corto con tanto di casting, provini e back- Internet e cinema, informazione e globalizzazione hanno attirato 500 persone per due giorni di dialogo con professionisti della comunicazione. stage. Con Fernando ci siamo detti che non dovevamo fare di questi ragazzi dei registi in due giorni – racconta Maria Amata Calò, regista -, ma proporre un metodo: ascolto e accoglienza reciproca. Uno stile che avrebbero potuto applicare sempre nella vita. Ne è risultata per tutti una sfida sia per i registi che si sono trovati a condividere qualche segreto del lavoro, ma anche per i ragazzi che, praticando questo stile collaborativo hanno dato vita ad un piccolo progetto comune. Guarda in alto, Hannah! Le nuvole si diradano, comincia a splendere il sole, terminava Chaplin. In questi giorni – commenta Susi di Torino – mi sono sentita dentro al processo comunicativo, parte di esso, necessaria . Qualcosa di nuovo all’orizzonte?

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