Dentro Internet ma con carattere

Due notizie: un milione di bambini in Italia naviga su Internet. Il quaranta per cento degli utenti inglesi viaggiando su Internet si scontrano con la pornografia senza volerlo, trovandola anche sui siti comuni. Il problema chiaramente non è solo di Internet, basta considerare il livello di degrado e banalità della tv o i sempre più trasgressivi cartelloni pubblicitari che troviamo per strada ogni mattina. Nel frattempo in America il sistema di regole messo a punto dall’amministrazione Clinton per arginare il fenomeno pornografia in rete e proteggere i minori, cade a pezzi sotto le sentenze dei giudici, la spinta delle organizzazioni per i diritti civili che si battono per la libertà di espressione e la oggettiva inefficacia tecnologica dei software di filtro cosiddetti anti-pedofili. A questo va aggiunto il fatto che, per la prima volta nella storia, i figli hanno una conoscenza della tecnologia maggiore dei loro genitori e nonni, che quindi fanno fatica a “dare consigli”. Infine, dal punto di vista della cultura dominante, chiunque esprima attenzione per questi problemi corre sempre il rischio di venir considerato retrogrado o, come nel caso di alcuni partecipanti al progetto europeo Safer Internet (vedi riquadro), riceve minacce dalle organizzazioni criminali che gestiscono le lucrose attività collegate con pedofilia e pornografia. Si può dunque fare qualcosa? C’è chi ci sta riuscendo. Un bambino Il programma televisivo è Sette in condotta. Questa sera l’argomento proposto al gruppo di bambini sotto i dieci anni è impegnativo: “Spegniamo la tv ?”. I bambini, sotto la regia di Dorelli, interrogano l’adulto di turno. Ad un tratto Stefano salta su e afferma che la televisione moderna non gli piace, soprattutto per il troppo nudo. Dorelli scherza e minimizza chiedendo a Stefano quando mai alla sua età vede tutto questo nudo. Stefano ribatte pronto: “…vedo tutte le pubblicità zozze!”. Un programmatore Andrea è un giovane informatico, responsabile di una applicazione software e relativa base dati in una piccola azienda. Ben presto si accorge che esiste anche un’altra base di dati, piena di foto pornografiche. Declina più volte l’invito a partecipare al gruppo di lavoro che sviluppa applicazioni basate su quelle foto. Anzi, cerca di convincere il proprietario che la loro azienda non ha bisogno di mettersi in quel genere di traffici per fare affari, ma senza successo. Alla fine viene posto di fronte alla scelta secca di lavorare in quel settore o venire licenziato. Andrea rifiuta, anche se non ha la prospettiva immediata di un altro lavoro. Determinato il ragazzo! Che non avrà difficoltà a trovare lavoro. Quelli di carattere sono molto ricercati. Una professoressa Lei è insegnante di matematica nel liceo “Primo Levi” di Roma. Particolarmente sensibile al fatto che di informatica spesso ne sanno più i ragazzi che i professori o i genitori, ha avuto un’idea coraggiosa e la costanza di realizzarla: ha proposto ad alcuni studenti del suo istituto, appassionati di computer, di aiutarla a creare uno staff di tutor per formare gli altri insegnanti all’informatica. Questo gruppo di ragazzi inoltre, con la supervisione della professoressa, gestisce il server ed il sito Internet della scuola, controlla gli accessi, elabora statistiche sulle reazioni di studenti e professori, anima dibattiti con gli altri studenti sui pericoli, le potenzialità, l’uso corretto e consapevole dei nuovi strumenti tecnologici. Una Web manager Angela gestisce parte di un sito su Internet, in un colloquio continuo con tanti frequentatori. Fin da quando ha iniziato questa attività, si è resa conto però che l’altra metà del sito è infarcita di pubblicità e argomenti volgari. Ogni tanto le viene voglia di cambiare lavoro e trovare finalmente un sito pulito. Ma finora è rimasta: diverse volte infatti le è capitato che frequentatori attratti da qualche nudo a buon mercato si sono poi fermati incuriositi dalla “sua” parte del sito e hanno iniziato un dialogo di altro tipo con lei. Un dialogo profondo e inaspettato. “Se me ne vado – si ripete Angela – chi li aiuterà a scoprire che c’è anche un altro mondo possibile?”. Un tribunale Dal Canada arriva la notizia di un caso di violazione dei diritti civili su Internet: per la prima volta (che sappia io), con una sentenza che forse farà storia per come è impostata, un tribunale ha condannato il titolare di un sito che incitava all’odio razziale (vedi www.chrcccdp. ca/news-comm/2002/). Una mamma Francesca è la mamma di due ra- gazzi di 12 e 18 anni. Tempo fa ha saputo da una amica che lavora in Rai che ogni lettera o messaggio di posta elettronica che arriva da una persona qualunque con critiche o commenti è considerato rappresentativo dell’opinione di almeno cento utenti tv. Ha ricercato quindi l’indirizzo di posta elettronica di tutti i direttori di rete Rai ed ogni volta che vede una trasmissione più squallida del sopportabile si fa aiutare dai suoi ragazzi ad inviare un breve messaggio di protesta, cortese nel tono, ma fermo e chiaro nella sostanza. Lo fa con regolarità da qualche tempo, coinvolgendo anche le sue amiche. Un Internet provider Renato Soru è il presidente di Tiscali, uno dei maggiori fornitori di accesso ad Internet in Italia. Qualche settimana fa, nella prestigiosa sede della Camera dei deputati, durante un convegno su opportunità e rischi di Internet, soprattutto per i bambini, ha raccontato una sua esperienza. Da qualche tempo aveva accettato di inserire, nella pagina principale del sito, la pubblicità dei famosi calendari con modelle più o meno provocanti. Questo ha garantito un aumento delle entrate pubblicitarie, ma negli ultimi sei mesi il livello della pubblicità è man mano diventato sempre più squallido. Durante il convegno, Soru ha comunicato la sua decisione di rinunciare a questa fonte di guadagno, per garantire un sito pulito agli utenti. L’intera sala ha applaudito. Un commento Qualcosa si può fare. A tutti i livelli. Per tirare su bambini-polli Nulla succede a caso.Tanto meno in tivù. E dietro gli spot pubblicitari, c’è una logica sopraffina, quella dei persuasori occulti. Ecco alcuni fondamentali (e perversi) princìpi tratti dal Manuale per l’allevamento del piccolo consumatore, (Einaudi) che stigmatizza gli eccessi dei messaggi promozionali nei confronti dei piccoli. • È nel fanatismo che si svela quanto l’io indebolito degli spettatori opportunamente addestrati sia incatenato alla regia dei mass-media. • Il colloquio con i figli è meglio lasciarlo alla posta elettronica. • La sala giochi è oggi la vera alternativa ai metodi antiquati dell’istruzione obbligatoria. La quasi immobilità è un requisito fondamentale per chi si reca in sala giochi. • Gestire oculatamente il rapporto solitario del ragazzo col computer. • I bambini sono felici quando fuori piove, così non devono uscire e possono restare incollati al video. • Un bambino allevato davanti alla tv ha buone possibilità di diventare, prima o poi, un bambino esibito dentro la tv. Regole per la pubblicità • Il bambino è il consumatore ideale, ingenuo, viziato, totalmente schiavo, un vero credente del verbo televisivo. • Il bambino privato di qualcosa che tutti dovrebbero avere, come dice lo spot, diventerà la molla più efficace per convincere i genitori all’acquisto. • Credere che tutto ciò che si vede sia facilmente ottenibile. • Ricattare i genitori (“Bambini, piangete, che la mamma ve lo compra”). • Plagiare il piccolo consumatore, fa- cendogli imparare la canzoncina e imitare quelli dello spot. • Affrettare il soddisfacimento dei desideri, tutto e subito. • Convincere che ciò che si mostra in pubblicità è sempre vero. • La pubblicità non vende soltanto prodotti, ma un intero mondo in cui i prodotti sono lo scopo e la ragione ultima della vita. Internet la nuova baby-siter Sembra proprio che Internet, come baby sitter, stia per superare la tv, per lo meno in certi orari. Una ricerca effettuata recentemente afferma che su 7 milioni di bambini tra i 2 e i 13 anni in Italia, un milione naviga su Internet.Verso le 7 di sera il numero di ragazzi tra 12 e 17 anni connessi con Internet supera ormai quello dei loro coetanei davanti alla tv. E questa è sicuramente una buona notizia, perché davanti alla tv siamo passivi, mentre su Internet partecipiamo attivamente, anche se giocare a pallone in un prato è ancora meglio. La ricerca (vedi sotto) evidenzia una forte richiesta, da parte dei genitori, di formazione e strumenti di supporto alla diffusione delle conoscenze (scuole/famiglie). Riporto di seguito alcuni consigli per i genitori, insieme con i siti dove trovare qualche approfondimento. I consigli dell’Fbi • Non lasciate mai i bambini soli davanti al computer; • Allarmatevi se i bambini passano troppo tempo online, specialmente nelle ore serali (pedofili); • Controllare sempre la posta elettronica dei figli e chiedete chiarimenti sugli indirizzi a voi sconosciuti; • Spiegate che è molto pericoloso comunicare via Internet indirizzi, numeri telefonici e informazioni in genere; • Spiegare che Internet è affascinante, ma comporta dei rischi come il mondo reale. … altri consigli • I videogiochi, il computer e Internet vanno usati in maniera equilibrata. Il bambino che si appassiona troppo dimentica di giocare con gli amici reali. • Stabilire regole precise sul tempo e sulle modalità di impiego di Internet. • Installare programmi che permettano di verificare gli indirizzi Internet più frequentati o basarsi su siti che filtrano i siti accessibili (vedi per esempio www.davide.it) • Non partecipare alle catene di messaggi, e comunque non spedire mai in chiaro la lista degli indirizzi e-mail dei propri amici. • Non avere fretta di mettere i propri figli davanti ad Internet. Farlo con gradualità, nello stesso modo con cui si insegna ad attraversare la strada. Nello stesso modo con cui fino ad una certa età non si lascia il proprio figlio andare in giro da solo per strada. Alcune iniziative annunciate dal governo: • Software di filtro offerto gratuitamente alle famiglie (www. italia.gov.it); • Sezione del sito del ministro per l’Innovazione e le Tecnologie con contenuti educativi per genitori e figli (www.innovazione. gov.it); • Introduzione di un numero (114) per le emergenze Internet; • Comitato tecnico interministeriale (pubblico-privato) per la sicurezza su Internet. …Per saperne di pii’ • Ricerca “Il viaggio del bambino in rete: itinerari, esperienze, esperienze, attese.” (www.innovazione. gov.it). • La tutela dei minori nella problematica della regolamentazione di Internet (audizione del ministro per l’Innovazione e le Tecnologie alla Commissione parlamentare per l’infanzia) – Gennaio 2002 (http://www.innovazione.gov.it/ita/interventi/file_interventi/ audizmin_020129.pdf). • Safer Internet, progetto europeo per la sicurezza in Internet. Obiettivi principali: aumentare la consapevolezza dei pericoli, creare un ambiente sicuro per i minori, offrire strumenti di filtro. Nel programma 2003-2004 è prevista l’estensione del progetto a cellulari, giochi on-line, ecc. e la creazione di un Forum europeo dove affrontare insieme questi problemi. (per saperne di più scrivere a iap@cec.eu.int). • Il contratto di servizio con cui lo stato italiano concede il servizio pubblico alla Rai, all’articolo 5 impone particolare attenzione ai “messaggi di violenza veicolati direttamente ed indirettamente dal mezzo televisivo ed alla loro influenza sulle fasce deboli e sui minori”. Il contratto di servizio è in fase di rinnovo (e di riscrittura) proprio in questi mesi (http://www.segretariatosociale. rai.it/regolamenti/contratto.html).

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