Dal Piemonte alluvionato, volontari per la Liguria

Centinaia di operatori della Protezione civile hanno portato aiuto ai loro vicini, pur trovandosi essi stessi in difficoltà
alluvione

Il Piemonte è salvo. Si contano i danni del maltempo, delle esondazioni dei fiumi ma, anche grazie alla prevenzione, non ci sono stati morti e danni irreparabili. La chiusura delle scuole di lunedì, la chiusura di locali nei fine settimana, lo stop preventivo di molti ponti e strada potenzialmente pericolose, lo sfollamento preventivo in zone limitrofe ai fiumi sono serviti. Ma tutto questo è stato possibile grazie al continuo e grande lavoro dei volontari della Protezione Civile di tutti i comuni del Piemonte: una schiera di centinaia e centinaia di persone di buona volontà che hanno offerto il loro tempo, la loro competenza e la loro disponibilità per la sicurezza comune. Insomma, una sintesi della solidarietà.

 

E proprio nell’emergenza di questi giorni la solidarietà è stata evidente. Solidarietà con il proprio territorio e la propria gente, ma anche con i vicini: dal cuneese, dall’astigiano e dall’alessandrino, che erano comunque sotto l’acqua, sono partite decine di volontari per la vicina Liguria, da Genova alle Cinque Terre, che stavano molto peggio. Si sono mossi uomini e mezzi: idrovore, officine mobili, macchine per il movimento terra, motoseghe, carriole e pale per continuare il lavoro di sgombero e pulizia. E anche il camper farmacia partito da Cuneo e collocato davanti alla chiesa parrocchiale di Borghetto di Vara, dove non esistono più farmacie agibili e dove è stato indispensabile un lavoro di affiancamento per la distribuzione dei farmaci in esenzione, come era già avvenuto in occasione del terremoto in Abruzzo.

 

«La situazione era altamente drammatica, – racconta Roberto, uno dei volontari – ma tutti ci siamo rimboccati le maniche. Mi hanno impressionato in particolar modo i ragazzi e le ragazze, arrivati anche da tutta la Liguria e dalla Toscana, che sono dati da fare notte e giorno. Quella gente ha bisogno di tutto, perché in molti casi ha perso veramente tutto». «Quella del volontario di Protezione civile – spiega Cristiana – è davvero un’esperienza che sempre ti arricchisce. Faticosa, molto spesso: in questi giorni siamo stati svegli anche 48 ore di seguito, ma nelle difficoltà si costruiscono rapporti giorno per giorno e ognuno cerca di fare la propria parte. Un approccio molto differente da quello che si può avere sul lavoro, tra amici o in famiglia».

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