Dal “panetùn” al cono

15mila tonnellate di gelato prodotto nel 2010 a Milano in 618 punti vendita. E quasi la metà dei produttori è donna
gelato

In centro, accanto ad una cremeria di gran livello dove per gustarti un cono aspetti anche mezz’ora per la fila furibonda, ha aperto un’altra gelateria. Le divide un muro da 12 centimetri appena, ma gusto e bontà non sono da meno. Risultato: due gelaterie da evitare, perché la coda si riparte in egual misura.

 

Strano a dirsi, ma la concorrenza in creme e gelati non esiste proprio. A Milano – città dove annualmente si consumano in media 74 coni o coppette a testa – il settore non sente la crisi: in un anno – i dati sono della Camera di commercio – le gelaterie sono aumentate del 6,7 per cento, a fronte di una media nazionale del 5,8, e i punti vendita da 579 sono diventati 618.

 

La Lombardia è la regione che guida il settore con 2.337 imprese, ossia il 12,5 per cento del totale italiano. Milano l’anno scorso ha prodotto più di 15 mila tonnellate di gelato: nel 42 per cento dei casi la mano che ci sta dietro è quella di una donna – contro una media nazionale del 35 – e un gelataio su dieci è straniero. La maggior parte, il 55 per cento, ha tra i 49 e i 59 anni: pochi, invece, i gelatai under 30.
 

Daniele Cuomo, produttore da 30 anni di gelato ecologico e di un dolce kosher approvato dalla comunità ebraica, racconta che il lavoro del gelataio è un mestiere faticoso: non ci sono weekend o feste, si lavora quando gli altri sono in ferie. Oggi i giovani preferiscono mestieri con orari impiegatizi: lui da anni non ha più apprendisti, e tutti i ragazzi che hanno lavorato presso il suo negozio – perlopiù universitari o altri studenti – sceglievano di stare dietro il bancone per arrotondare, non per imparare il mestiere.

 

I dati dei primi sei mesi del 2010 riferiti a Milano città sul saldo tra negozi aperti e negozi
chiusi, secondo la Camera di commercio, avevano avuto segno meno, con 824 botteghe costrette alla chiusura: tranne le gelaterie, aumentate di 17 punti vendita. Quest’anno il successo continua, e i nuovi negozi toccano quota 40. Una curiosità: tutte le nuove imprese iscritte nel registro della Camera di commercio sono ditte individuali, a gestione familiare.

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