Da Trento al mondo, dal mondo a Trento

Un volume che raccoglie gli atti dell’ultimo soggiorno di Chiara Lubich a Trento, verrebbe da dire. Certamente. Ci sono i discorsi ufficiali, le testimonianze raccolte all’uscita dai singoli appuntamenti, gli echi, numerosissimi, apparsi sulla stampa locale e nazionale di quei giorni, il tutto coordinato dal nostro Michele Zanzucchi. Ci sono pure un centinaio di foto e passa che documentano i diversi momenti della visita, dovute agli obiettivi e alla passione di Gianni Zotta e di Horacio Conde. Ci sono anche le parole del sindaco e del vescovo, a testimonianza di una visita che ha coinvolto tutta la città, nel suo aspetto civile e in quello ecclesiale. Scrive Alberto Pacher, il primo cittadino: “Sentiamo il dovere di riaffermare il significato del dialogo come “luogo” nel quale si incontrano il massimo dell’utopia e il massimo della concretezza. Questi valori, che attraversano l’intero itinerario ed il progetto di vita di Chiara Lubich, assumono oggi un’attualità se possibile ulteriore, una pregnanza compiuta e una forza intransigente. Spero, sono convinto, che questo libro – documentando e testimoniando momenti di intensa gioia e di rinnovato impegno che hanno coinvolto l’intera città di Trento – saprà sottolineare che ancora e sempre ciò che unisce le persone è più forte di ciò che le separa”. Mons. Luigi Bressan, arcivescovo della città di san Vigilio, sottolinea da parte sua quanto sia opportuno “riprendere i testi pronunciati da Chiara a Trento, risentire l’eco suscitata dalle celebrazioni e dagli eventi, poiché quella voce non va dimenticata ma attualizzata giorno dopo giorno per la costruzione di un mondo più fraterno”. È quindi evidente come questo Da Trento al mondo, dal mondo a Trento (Città Nuova, pp. 96, 10,50 euro) raccolga gli atti di una visita ormai trascorsa, e che qualcuno potrà pure leggere con un pizzico di nostalgia. Tuttavia c’è di più, perché da quella visita qualcosa è cambiato a Trento. È nata “Trento ardente” – “ardente”, perché così è definita l’aquila simbolo della città -, un’operazione volta a fare di Trento “una città ardente – come disse Chiara in duomo il 2 giugno – dell’amore vero, per una spiritualità di comunione vissuta da tutti noi insieme; una città che potrebbe mostrare e gridare come sarebbe il mondo se tutti vivessero il vangelo”. Già numerosi appuntamenti hanno cominciato a tessere quei legami che possono permettere a una comunità cittadina di presentarsi come un punto di dialogo. Un esempio oltre le frontiere del Comune.

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