Da Todi un impegno incalzante

Una tappa importante del cammino ecclesiale italiano, in cui si fanno più comuni il lessico e le analisi, pur nella varietà delle peculiarità.
Convento di Todi

Sempre centrali i dettagli. Soprattutto se si riunisce il mondo cattolico. Com’è stato nell’atteso convegno di Todi. Per di più se a incontrarsi è il laicato associato: una vissuta convivialità, un clima di fiducia e volti sereni pur nella consapevolezza del momento difficile. Scambio aperto e franco di considerazioni, valutazioni e prospettive di soluzioni. In buona sostanza, una tappa importante del cammino ecclesiale italiano, in cui si fanno più comuni il lessico e le analisi, pur nella varietà delle peculiarità.

 

«Il Paese ha bisogno dei cattolici», ha scritto sul Corriere della Sera il direttore Ferruccio de Bortoli, presente all’assise umbra. E l’appuntamento di Todi ha voluto essere un’ulteriore risposta organizzata, partendo dal tema “La buona politica per il bene comune”. Certo è andato deluso chi si aspettava l’annuncio del pronosticato nuovo partito cattolico o che venissero definiti i tratti somatici «del soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica», indicato a fine settembre dal card. Bagnasco.

 

A Todi è stata registrata, prima di tutto, una maggiore assunzione di responsabilità. L’ha voluto sottolineare il presidente della Cei, aprendo i lavori: «Se per nessuno è possibile l’assenteismo sociale, per i cristiani è un peccato d’omissione», perché essi «sono diventati nella società civile massa critica, capace di visione e di reti virtuose per contribuire al bene comune». Il porporato ha però messo in guardia da «una specie di metamorfosi antropologica», ovvero che «sono in gioco le sorgenti stesse dell’uomo»: l’inizio e la fine della vita umana, il matrimonio tra uomo e donna, la libertà religiosa ed educativa. Ha così ribadito che «senza un reale rispetto dell’etica della vita è illusorio pensare a un’etica sociale».

 

Valori e proposte politiche, cercando nuove coniugazioni. Questo è stato l’esercizio svolto a Todi, facendo però scarso tesoro di quella non ordinaria esperienza di riflessione ecclesiale che è stata la Settimana sociale a Reggio Calabria nell’ottobre 2010. Unanime è la richiesta sia di una legge elettorale che restituisca un rapporto diretto tra rappresentanti e cittadini, sia di una riforma del fisco che tenga in equo conto la famiglia e la società civile per dare slancio al Paese e senso di appartenenza alla gente. Ribadita l’urgenza di rendere i partiti soggetti di diritto pubblico, obbligandoli a una trasparenza economica e a una democratica vita interna.

 

Una cosa ha stupito: il fatto di affermare chiaramente ormai terminata la stagione politica di Berlusconi, la necessità di dar vita a un governo tecnico, l’approdo alle elezioni politiche del 2013. Un orizzonte di impegno che potrebbe condurre a maturazione un nuovo soggetto politico (nel centro-centrodestra), che può non essere estraneo agli intenti del Forum del lavoro, composto da Acli, Cisl, Coldiretti, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Confcooperative, Movimento cristiano dei lavoratori. Una prospettiva non avvincente per tante altre componenti presenti a Todi, disposte invece a spendersi per un processo corale di interlocuzione con la politica. Fatto è, comunque, che il laicato organizzato ha cambiato passo. Per servire meglio tutti gli italiani, credenti e non credenti.

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