Crio: la storia del fiocco di neve

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Quel pomeriggio freddo di un inverno di qualche anno fa il nonno di Luca (che era stato un professore di scienze) prese a raccontare una storia interessante al suo nipotino curioso… Nelle altissime altitudini dell’atmosfera un giorno avvenne un fatto straordinario: nacque come per incanto il più piccolo fiocco di neve, non si era mai visto un fiocchetto tanto minuscolo. Era molto grazioso, dalle punte arrotondate e dalla forma di una piccola primula. Tutta la comunità dei fiocchi decise di chiamarlo Crio che viene dal greco e significa freddo (al nonno di Luca piaceva dare sempre tutte le spiegazioni). Crio si dimostrò subito un fiocco intraprendente: era sempre il primo a scuola nelle esercitazioni a caduta libera che periodicamente si svolgevano nella zona delle nuvole diradate. Ogni giorno ci si preparava a quella che sarebbe stata la missione principale di un fiocco di neve: la nevicata verso la terra. Crio cresceva allegro e spensierato, qualche volta si divertiva a far morire di spavento gli altri fiocchetti perché siccome era così minuscolo riusciva a nascondersi nei posti più invisibili. Un giorno, il maestro spiegò con delle illustrazioni come e quando è necessario cadere. Illustrò le nevicate, le tempeste di neve e la tormenta che avviene quando l’amico vento decide di accompagnare tutti i fiocchi. Crio guardò quelle immagini e dentro di sé pensò: Che spreco! Sciogliersi così quando c’è già tanta neve! Così non si è utili proprio a nessuno!. Questo pensiero lo accompagnava ogni volta che ci si esercitava tutti al grande evento, e così si fece triste triste, tanto da non fare più scherzi agli amici fiocchetti. Anche il maestro notò questo cambiamento e decise di parlargli a quattrocchi. Crio riuscì a spiegargli tutto ma il maestro non capì. La sua missione era quella, sciogliersi insieme a tutti gli altri. Passarono i mesi e Crio cresceva di dimensioni finché un bel giorno il consiglio dei Fiocchi decise che era arrivato il momento anche per lui di unirsi alla nevicata. Quella fu una nevicata speciale, la più forte nevicata che sulla terra si ricordi (28 metri di neve!), perché era l’anno in cui tutti i fiocchetti numerosi erano cresciuti e potevano unirsi ai più grandi. Crio era emozionatissimo. Che bello poter vedere quello spettacolo candido e luminoso che si apriva davanti ai suoi occhi: un milione di fiocchi di neve tutti schierati in fila, pronti per la nevicata! Ci fu uno squillo di tromba e poi… puff, pronti a volare giù! Che emozione indescrivibile durante il volo! Crio osservava tutto con grande stupore: le sfumature grigioazzure del cielo, le espressioni estasiate dei suoi amici in volo, i tetti delle case che lentamente si avvicinavano. Ma il pensiero di doversi sciogliere così, in mezzo a tutta quella neve, senza poter rendersi prezioso a qualcosa o a qualcuno lo rendeva ancora triste. Per sfuggire a quel pensiero cambiò traiettoria, volò lontano lontano e si ritrovò in un luogo completamente diverso: non c’era neve sui tetti delle case e il cielo era di un colore strano, di un azzurro intenso: faceva caldo. Crio cominciò a sentirsi male. Vedeva i suoi contorni sciogliersi in tutta fretta e si spaventò. Non avrebbe dovuto allontanarsi così tanto! Forse aveva ragione il maestro. A un certo punto però, avvenne un fatto insolito: notò una piantina inaridita su un davanzale di una casina. Invano stava gridando aiuto da giorni perché non aveva più una goccia d’acqua e nessuno sembrava ascoltarla. Crio si decise: fece l’ultimo sforzo, virò e si diresse in picchiata sopra di lei. Fece appena in tempo a cadere che si sciolse lì, sopra quella terra arida. La piantina si risollevò lentamente e crebbe più bella e rigogliosa di prima. Crio era così felice perché era stato finalmente prezioso, come lui desiderava da sempre. La storia era finita, a Luca spuntò una lacrimuccia che il nonno subito asciugò. Così, per dare una seconda spiegazione, il nonno aggiunse: Caro Luca, devi sapere che al mondo non esiste un fiocco di neve che sia uguale all’altro, sono tutti diversi tra loro. Nessuno finora ha mai trovato due fiocchi perfettamente identici! È scientificamente provato. Davveroo? – disse Luca, ancora più stupito -. Allora Crio era davvero un fiocco speciale?. Esattamente – disse il nonno e aggiunse sempre a mo’ di spiegazione, ma un po’ impacciato -; ma, ora che ci penso… anche gli altri fiocchetti sono speciali. Proprio come noi uomini: siamo tutti diversi ma forse come Crio ognuno di noi ha il suo compito da svolgere. Io lo so qual è! – disse Luca, tutto contento -: è dare, dare sempre, proprio come ha fatto Crio. Bravo! aggiunse il nonno, soddisfatto che il nipotino avesse trovato una spiegazione più logica delle sue. Insieme prima di uscire guardarono alla finestra. Proprio in quel momento stava cominciando a nevicare.

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