Altro che noia, pause e lentezze cechoviane di tante messinscene tradizionali. Al suo terzo Giardino dei ciliegi (a Zagabria e Wüppertal) il regista Paolo Magelli procede con un approccio all’opposto. Velocità, grida, frenesia sono …
Contenuto riservato agli abbonati di “Città Nuova”
Se sei abbonato, effettua il login