Coronavirus e fase 2, la riscoperta della bicicletta

La bicicletta è la vera alternativa ai mezzi pubblici. Raggruppa una serie di benefici ma soprattutto garantisce il distanziamento sociale, utile in questa fase. New York ha già stato registrato un 50% in più dell’uso della bici
Alfredo Falcone/LaPresse

Dopo il lockdown, come ci si muoverà nelle grandi città italiane? «Usa i mezzi pubblici il meno possibile e solo se è necessario e utilizza sempre la mascherina per naso e bocca» è l’indicazione principale del decalogo messo a punto da Inail (Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro) e ISS (Istituto Superiore di Sanità) in un documento sui trasporti pubblici terrestri. Con le riaperture della fase2 in vigore il 4 maggio, si ipotizza che 700.000 lavoratori utilizzeranno i mezzi pubblici.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (World Health Organization, WHO) la bicicletta è il mezzo di trasporto migliore nei centri urbani, perché raggruppa una serie di benefici ma soprattutto garantisce il distanziamento sociale, utile in questa fase.

Da quando si è propagato il coronavirus in molte città in giro per il mondo si è avviato un percorso in via sperimentale con le cosiddette piste ciclabili “pop-up”, ovvero itinerari provvisori ricavati rapidamente per consentire ai ciclisti ci muoversi in maniera sicura. I risultati sono stati più che positivi. Bogotà ad esempio ha realizzato in poco tempo 100 km di piste ciclabili temporanee.

I sindaci di grandi Comuni italiani dovrebbero avviare progetti più mirati in questa direzione.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel 2017 aveva obbligato il PUMS – piano urbano per la mobilità sostenibile – per i Comuni con più di 100.000 abitanti, per permettere l’accesso ai finanziamenti statali destinati a nuovi interventi per il trasporto rapido di massa, quali sistemi ferroviari metropolitani, metro, tram… Quindi 47 città italiane hanno l’obbligo di presentare questo piano e potrebbe essere l’occasione giusta per ottenere finanziamenti validi per aumentare le infrastrutture legate all’utilizzo della bicicletta.

Durante questa continua fase di emergenza già una serie di metropoli – Budapest, Parigi, Berlino, etc – stanno avviando nuove piste ciclabili o allargando quelle esistenti e in alcuni casi hanno chiuso alcune strade alle auto per dare spazio alle bici.

Sono interventi rapidi che servono a favorire il distanziamento sociale durante gli spostamenti e rendere i tragitti in bici più sicuri. New York in questo periodo di pandemia ha già stato registrato un 50% in più dell’uso della bici.

L’incentivo degli spostamenti in bicicletta è una forma di mobilità al momento necessaria e sicura per ripartire con la fase 2 del Covid-19. Guardando oltre l’emergenza coronavirus, questo tipo di mobilità potrà diventare una nuova vera forma di spostamento per molti cittadini.

«La bicicletta, nella fase 2, è un’ottima alternativa non solo ai mezzi pubblici, ma anche all’automobile – sostiene il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano -, e credo che incentivare l’utilizzo della bicicletta possa portare anche alla realizzazione di un maggior numero di piste ciclabili. Lo abbiamo visto anche con lo smart working: durante l’emergenza Coronavirus si sono cominciati ad utilizzare strumenti di lavoro a distanza che fino a poco tempo fa si utilizzavano molto poco, adesso invece è diventato tutto più semplice».

Inoltre andare in bici nella fase2 è un’ottima opportunità per fare sport dopo il periodo di quarantena dove molti italiani hanno preso qualche chilo di troppo rimanendo a casa.

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