Coriolano, eroe sprovveduto

In un’ambientazione che sposta la cronaca storica dall’epoca romana al primo Novecento, la scena ferrigna è un enorme cantiere industriale con un andirivieni di gente e operai. E dato che nel dramma, pieno di tintinnio di spade e di schiamazzi della folla, il popolo ha una parte preponderante, per ovviare ad uno spiegamento cospicuo di figuranti lo scenografo Alessandro Chiti colloca degli schermi dove scorrono in continuazione filmati d’archivio dell’Istituto Luce con scene di massa, di parate, e altro ancora. Opera complessa e poco rappresentata, nel Coriolano evolve il discorso di Shakespeare sul tema del potere e delle manipolazioni alle quali, nella lotta per la conquista dello stato, viene sottoposto il popolo. Coriolano è guerriero invincibile in battaglia quanto sprovveduto in pace; uomo coraggioguerra so, fiero e tremendo, ma incapace di celare il suo disprezzo per la povera gente alla quale non risparmia insulti cercando di accattivarsene i favori elettorali. Guidata da umori contraddittori e strumentalizzata dai tribuni, esposti a loro volta alle pressioni dei patrizi, è la plebe a determinare le mosse: ama e odia il suo tiranno; lo elegge console ma gli revoca subito la carica; lo scaccia per poi richiamarlo. Dall’esilio presso i Volsci, Coriolano medita vendetta fino a marciare con gli exnemici contro l’ingrata Roma. La città, indifesa, mendica pietà, manda infine in ambasceria la madre e la moglie. Nel decisivo incontro con la madre Volumnia egli acconsente a fare la pace, ma pagherà con la vita l’aver ora tradito il patto coi Volsci. Che Roberto Cavosi (drammaturgo sensibile all’oggi) abbia poca dimestichezza con la regia, lo si costata nell’allestimento: confuso, rumoroso, e zeppo di urtanti segni scenici (ombrelli, palloncini bianchi, megafoni, carrucole…). A non aiutare è soprattutto la recitazione dai toni urlati alla quale non si sottrae neanche Alessandro Gassman, credibile ma costretto ad una accelerazione vocale che lascia poco spazio alle sfumature necessarie per la comprensione profonda del personaggio e del dramma. Meglio la fiera Volumnia di Magda Mercatali, specialmente nel grande incontro col figlio nemico; e il saggio e inarrendevole Menenio Agrippa in carrozzella di Giancarlo Ratti. Giuseppe Distefano Al teatro Argentina di Roma e in tournée a Perugia, Ancona, Caserta, Genova, Pescara, Matera.

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