Coraggio, Slovenia

È l’invito di Maria Voce alle comunità dei Focolari. Una visita a gente appassionata del Vangelo.
Slovenia Maria Voce

È piccola, la Slovenia: vasta metà della Svizzera, due milioni di abitanti, il 70 per cento cattolici, lo 0,7 per cento evangelici, molti immigrati musulmani bosniaci e ortodossi serbi. Ma il suo cuore verde – laghi, monti, fiumi e boschi – è grande. Come lo è l’anima di un popolo che ha molto sofferto, soprattutto dal 1918 in poi, ma che da vent’anni ha raggiunto l’indipendenza «e la concordia con gli Stati vicini», come afferma il vicepresidente del Parlamento Vasja Klavora. Anche se alcune ferite restano.

 

La Slovenia, e Ljubljana, la capitale, distesa tra il nucleo storico e l’espansione moderna, è da sempre aperta agli influssi di Oriente e Occidente, essendone una porta d’ingresso e un luogo di passaggio. Così, la secolarizzazione avanza e i problemi economici si fanno sentire come nel resto d’Europa. Ma i cristiani hanno una vivacità notevole, che deriva da

decenni di autentica testimonianza: questa è una terra di martiri del Novecento.

 

I Focolari vi sono arrivati alla fine degli anni Cinquanta: piccoli gruppi, diffusione discreta, capillare, sotto l’occhio della polizia. Tutto ciò è ancora vivo, ad esempio nel ricordo di un intellettuale che, dopo un interrogatorio, venne definito «attivista cattolico pericoloso per i giovani». I Focolari testimoniano “sul campo” e concorrono a varie iniziative. Il governo intende varare una legge limitante la libertà religiosa e un’altra nei riguardi della famiglia, a cui vuole equiparare altre forme di convivenza. Un attacco a una tradizione culturale e religiosa – il Paese è l’unico in Europa, assieme a Francia e Albania, a non permettere l’insegnamento religioso nelle scuole – che ha spinto lo scorso 20 giugno i principali rappresentanti delle religioni (cattolica, evangelica, ortodossa e musulmana) a inviare un appello pubblico alla libertà religiosa. I Focolari, che mantengono rapporti di sincera e concreta amicizia con essi e con gli altri movimenti cattolici – carismatici, neocatecumenali … –, sono stati in prima linea a organizzare con loro una pacifica protesta di fronte al Parlamento con 3000 persone, contro la legge antifamiglia. Ora stanno preparando la raccolta di firme per un referendum abrogativo di questa legge.

 

Hanno il pieno sostegno di personalità attente come l’arcivescovo Anton Stres che, incontrando a lungo la presidente Maria Voce e il copresidente Giancarlo Faletti – in visita dall’1 al 6 agosto –, ha espresso la sua profonda gratitudine ai Focolari per il loro lavoro, così come il pastore evangelico Geza Filo, che ha definito Chiara Lubich – qui nel 1999 – una persona “inviata da Dio”.

 

Una presenza incisiva tra i membri dei Focolari è quella delle famiglie. È una gioia osservare le giovani coppie e lo stuolo di bambini dagli occhi innocenti e vispi: il contrasto con quanto si nota spesso in Occidente è forte. Puntando alla loro educazione umana e spirituale, 28 persone del movimento hanno dato vita, dal 2003, all’asilo “Raggio di sole” a Škofja Loka, ridente cittadina storica a 25 chilometri da Ljubljana. 130 bambini, dai sei mesi ai sei anni, vengono educati alla crescita con un metodo “evangelico”, attinto alla spiritualità focolarina, che comprende varie tappe secondo le età e poggia sulla collaborazione stretta tra educatori e famiglie. Un modello di “pedagogia di comunione”, che pur tra notevoli difficoltà – anche con lo Stato, che non favorisce scuole private – ha successo, tanto che nascono richieste di aprire altri asili con una simile linea educativa. Agli operatori di “Raggio di sole” Maria Voce ha raccomandato di «scrivere la loro esperienza», affinché i pedagogisti possano tracciare delle linee per un modello educativo “diverso”. E, per dare ancor più valore a questo progetto pilota, ha ricordato loro due fratelli, Virgo ed Eletto Folonari – ora scomparsi – che avevano amato molto la gioventù, proponendoli come protettori dell’asilo.

 

Il 3 agosto in 1200 il popolo sloveno dei Focolari ha gremito il palazzetto dello sport a Medvode. Una folla di ogni età e professione che si è presentata con sobrietà e sincerità. A loro Maria Voce e Giancarlo Faletti hanno dato delle linee di vita ricche di esperienza.

«Coraggio! – ha esordito in lingua slovena la presidente –. Voi, come tutte le nazioni dell’Est, potete dire con la vostra esperienza che la sola rivoluzione che dà frutto è quella di Dio». Perciò, concludeva: «Questa vita di comunione che abbiamo trovato sia totale con tutti e ciascuno. Portiamola al mondo intero». Un invito a tornare alle radici del Vangelo. Senza paura. Come sa bene questo piccolo-grande popolo coraggioso.

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons