Contro la crisi “Compraverde”

Perché la Green Economy (forse) ci salverà a partire dalle scelte della pubblica amministrazione italiana.
Salone degli acquisti verdi a Cremona

A che punto è la pubblica amministrazione italiana, rispetto alle colleghe d’Europa, in tema di acquisti verdi? Quanti comuni, province, regioni inseriscono criteri green nei loro appalti e nelle loro scelte di acquisto? Intorno a queste e ad altre domande si è articolata la 5ª edizione di “Compraverde-buygreen”, forum internazionale degli acquisti verdi, alla fiera di Cremona il 6 e il 7 ottobre 2011, promosso dalla provincia di Cremona, Coordinamento agende 21 locali italiane, regione Lombardia, Ecosistemi e Adescoop-Agenzia dell’economia sociale.

 

Evento di riferimento per gli attori coinvolti nella diffusione degli acquisti sostenibili pubblici e privati, il forum promuove e valorizza progetti e politiche, beni e servizi di green procurement pubblico e privato, favorendo il confronto tra enti, imprese e realtà del no profit, incentivando la produzione e il mercato green. “Comprare verde” significa acquistare servizi e beni sostenibili, valutando come primo elemento il loro impatto ambientale nell’intero ciclo di vita, dalla produzione allo smaltimento. Sono undici, secondo il Piano di azione nazionale (D.M. 11 aprile 2008), le categorie di prodotto prioritarie per cui si chiede alla pubblica amministrazione di compiere scelte di acquisto e di consumo sostenibile: dagli alimenti e servizi di ristorazione all’arredamento e all’edilizia, dalla carta e cancelleria alle attrezzature elettriche e informatiche, e ancora prodotti tessili, gestione dei rifiuti, servizi energetici, trasporti, servizi di pulizia e servizi urbani e al territorio, fino all’organizzazione di eventi.

 

In Italia sono molteplici le esperienze virtuose e innovative, ma lunga è ancora la strada da percorrere per poter vantare risultati incisivi, tali da poter dire che sia vicino l’obiettivo nazionale di portare gli acquisti verdi della pubblica amministrazione (la cui spesa complessiva è pari al 17 per cento del Pil nazionale) vicini a quelli europei. Eppure i benefici sarebbero considerevoli: in termini di abbassamento dei consumi di energia, di riduzione dell’impatto sull’ambiente e contrasto ai cambiamenti climatici.

 

Il forum ha promosso un programma culturale con 50 appuntamenti, coinvolgendo 160 relatori (convegni, seminari per operatori, dibattiti, laboratori) e una selezionata area espositiva che ha riunito le esperienze più innovative; 200 gli enti coinvolti al forum, 170 le aziende e 30 le pubbliche amministrazioni.

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