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Congo RdC: tragico incidente nel sito minerario di Kalando

di Armand Djoualeu

- Fonte: Città Nuova

Circa 32 persone sarebbero morte nel sud della Repubblica Democratica del Congo (RdC) sabato 15 novembre 2025, quando un ponte sovraccarico è crollato nella miniera di rame e cobalto di Kalando. Si tratterebbe di minatori artigianali, secondo altre voci sarebbero invece lavoratori illegali. Ma le vittime sarebbero molte di più, a causa dei molti dispersi.

Foto Pexels

La notizia della tragedia mineraria è stata riferita domenica da un funzionario dell’amministrazione provinciale di Lualaba. Il bilancio delle vittime rimane provvisorio, in quanto proseguono le ricerche delle persone disperse. L’associazione locale dei minatori artigianali, tuttavia, riporta una cifra più alta: 49 morti e diverse decine di dispersi. I media locali avevano precedentemente riferito di circa 70 vittime.

Si ritiene che molti lavoratori siano rimasti intrappolati sotto le macerie. Le immagini diffuse dall’ufficio provinciale della Commissione Nazionale per i Diritti Umani (Cndh) mostrano minatori che estraggono corpi ammucchiati sul fondo di una trincea, e sarebbero almeno 17 i corpi che giacciono a terra vicino al luogo dell’incidente. Il Ministro degli Interni provinciale, Roy Kaumba Mayonde, ha attribuito l’incidente al “passaggio frettoloso dei minatori”, che avrebbe causato il crollo di un ponte di fortuna allestito su uno scavo allagato.

«Nonostante il severo divieto di accesso al sito a causa delle forti piogge e del rischio di frane, i minatori illegali si sono introdotti nella miniera», ha dichiarato il ministro. Il sito minerario di Kalando si trova nella cava di Mulondo, circa 42 chilometri a sud-est della città di Kolwezi. Si tratta di una miniera semi-industriale di rame e cobalto, gestita sia da minatori artigianali che dal gruppo minerario Pajeclem, sotto protezione militare. In questo sito sono presenti «più di 10 mila» minatori artigianali.

Secondo un rapporto del Servizio di Assistenza e Supporto per l’Estrazione Mineraria Artigianale e su Piccola Scala (Saemape), il sito di Kalando sarebbe da diversi mesi oggetto di una disputa tra i minatori artigianali e una cooperativa mineraria che dovrebbe supportarli, nonché gestore del sito, descritti come “partner cinesi”. Al centro della discussione c’è infatti una trincea, scavata dal partner minerario cinese che gestisce il sito, che fungeva sia da confine che da barriera di sicurezza. Ma questo dispositivo si sarebbe trasformato in una trappola mortale quando la struttura in legno sopra di essa è crollata, incapace di resistere al movimento di massa di lavoratori terrorizzati, afferma il documento del Saemape.

Tuttavia, secondo alcuni minatori, il disastro sarebbe stato più probabilmente causato dal panico scatenato dai soldati responsabili della protezione del sito minerario. Dopo un’accesa discussione, i soldati avrebbero sparato sui minatori per disperderli. «I minatori continuavano ad arrivare: è stato allora che hanno iniziato a sparare alla gente. Poi è stato il caos! In questa situazione di ognuno per sé, molte persone hanno finito per inciampare l’una sull’altra», racconta uno di loro, mentre un altro confida: «I soldati ci hanno attaccato nonostante ricevessero metà della nostra produzione. Ora dobbiamo dire loro di andarsene e di smettere di prendere le nostre proprietà. Non ci arrenderemo!».

Gli incidenti minerari sono frequenti nella Repubblica Democratica del Congo a causa della natura non regolamentata di molte miniere, della mancanza di misure di sicurezza e di infrastrutture inadeguate o insufficienti.

La RdC produce oltre il 70% del cobalto mondiale, un metallo essenziale per le batterie utilizzate nell’elettronica e per i veicoli elettrici.

Le tensioni relative al controllo del sito non sono una novità. La cooperativa Comikam e i minatori artigianali hanno, a loro volta, denunciato, in lettere indirizzate alle autorità provinciali, l’occupazione del sito da parte dei militari e di altri attori non autorizzati dalla legge. Secondo quanto riferito, queste forze armate hanno espulso le cooperative e i minatori artigianali in diverse occasioni, lasciando il posto a vari partner privati cinesi.

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