Con Daniela Zanetta sulla via della santità

A Maggiora un centinaio di persone ha partecipato all’inaugurazione del locale dove è stata trasferita la cameretta della venerabile e al pomeriggio di approfondimento
Lucia, la madre di Daniela Zanetta, al taglio del nastro

Daniela Zanetta, che il 14 aprile di 39 anni fa è partita per il cielo in odore di santità, ora è più “vicina” a quanti desiderano rivolgersi a lei per chiedere la sua intercessione. La cameretta, con i mobili e con tutti gli oggetti che sono appartenuti alla giovane di Maggiora, dichiarata “venerabile” da papa Francesco nel 2017, è stata trasferita in un locale messo a disposizione dalla parrocchia di Maggiora, località del Novarese dove Daniela ha vissuto e dove è morta all’età di 23 anni.

Domenica 6 aprile si è tenuta l’inaugurazione ufficiale, momento centrale di una giornata intensa, ricca di contenuti e di emozioni, organizzata dalla “Associazione per la beatificazione e canonizzazione di Daniela Zanetta”. Agli abitanti della località del Novarese si sono aggiunte diverse persone del Movimento dei Focolari provenienti dalla Lombardia e da altre località del Piemonte. Daniela – nata con una malattia rara, la epidermolisi bollosa distrofica, che le procura ferite e lesioni e compromette organi vitali fino a condurla alla morte – nel 1973 incontra la spiritualità del Movimento dei Focolari di Chiara Lubich: un incontro che le darà slancio nel vivere il suo impegno in parrocchia e che le farà sperimentare la comunione e l’unità, portandola, passo dopo passo, alla totale donazione a Dio.

In un centinaio hanno partecipato ai diversi momenti della giornata, iniziata con la messa in suffragio, presieduta da don Fabrizio Poloni – cancelliere della Diocesi di Novara, in rappresentanza del vescovo, monsignor Franco Giulio Brambilla – e concelebrata dal parroco di Maggiora padre Armando Verdina e da don Dino Bottino, con i canti dei “Work in progress” che hanno portato tutti in un’atmosfera suggestiva. Poi l’inaugurazione del locale, in cui, per volere della famiglia Zanetta, sono stati trasferiti mobili ed oggetti della cameretta della “Venerabile”, esattamente come si trovavano nel momento della sua morte.

Don Poloni, che ha seguito la fase diocesana del procedimento per la causa di canonizzazione di Daniela, ha ricordato: «La cameretta, in cui tutto è rimasto intatto, è stata trasferita in un luogo in cui si può pregare e chiedere grazie per intercessione della ‘Venerabile’. Sostando in questo luogo prendiamo atto che chi ci è vissuto e morto ha preso sul serio il Vangelo. Perché la santità è questo: prendere sul serio il Vangelo. E Daniela lo ha fatto con una vita tormentata dalla sofferenza ma una vita sempre amata e vissuta con tanta gioia nel cuore, quella gioia che sapeva anche trasmettere agli altri».

Il cancelliere della Diocesi di Novara ha poi ricordato come quello che era il Comitato ora si è costituito in “Associazione per la beatificazione e canonizzazione di Daniela Zanetta”, dandosi una veste giuridica più solida e più formale: «Alle persone che l’hanno costituita e che mi avevano interpellato lo scorso anno, avevo detto che da parte di tutti nell’intraprendere ogni iniziativa che riguardi Daniela devono essere messe al primo posto sempre due cose: la sensibilità verso la causa di canonizzazione che si sta portando avanti e la stima verso una parrocchiana del tutto eccezionale. Entrambe contribuiscono a mantenere viva quella fama di santità che permette di proseguire nell’iter verso la beatificazione. La fama di santità di un ‘servo di Dio’ è fondamentale e dobbiamo mantenerla viva se vogliamo che la causa di beatificazione proceda».

Nella cameretta, ha ricordato Lucia Villa, la madre della “Venerabile”, Daniela ha trascorso molte ore in adorazione del Santissimo Sacramento, in un dialogo silenzioso e profondissimo, che rende il luogo sacro. Di questo “a tu per tu” dà testimonianza il suo diario spirituale, iniziato nell’ottobre del 1983 e pubblicato da Città Nuova con il titolo I segreti del cuore: in quelle pagine racconta a Gesù la quotidianità, i momenti di buio, i dolori fisici e le privazioni che la malattia comporta, rivelando il cammino compiuto verso la santità.

«Non è semplice trascorrere 22 anni sulla croce ma credo in Dio. Lo amo immensamente e Lo ringrazio di avermi donato la vita, perché ogni nuovo giorno che mi offre è un’occasione in più che ho per amarLo e per servirLo», scrive Daniela nel suo Diario, rivelando come il suo “sì” alla volontà di Dio l’abbia resa capace di trasformare la croce in amore e in donazione agli altri.

«Nel dolore avviene quell’unione particolare tra terra e cielo – scrive ancora – in cui l’uomo partecipa al patire di Cristo e con Lui compie la redenzione dell’umanità». Non a caso padre Armando Verdina, parroco di Maggiora, ha voluto accostare la vita e l’esperienza spirituale della “Venerabile” a quanto l’apostolo Paolo scrive nella Lettera ai Filippesi letta nella messa: anche Daniela, nella sua esistenza contrassegnata da grandissime sofferenze fisiche e da tante rinunce, si è unita in comunione alle sofferenze di Gesù guardando con fede alla meta, ovvero alla risurrezione. Nelle parole del sindaco Roberto Balzano sono affiorati i ricordi dei momenti condivisi con Daniela nella Gioventù Cattolica, in oratorio: «Ciò che colpiva di lei era la sua grande disponibilità, la sua voglia di stare con gli altri, il suo sapere mettere sempre a proprio agio tutti, soprattutto quelli che si vedeva erano nella sofferenza. Quanto a lei mai una lamentela circa il suo stato; ricordo che un giorno, vista una persona che la schivava per il suo aspetto, mi ha detto: ‘E’ vero, io non ho la salute e per gli altri certo non sono fortunata, ma in realtà io ho tante altre fortune’».

La giornata è poi proseguita con il pomeriggio di approfondimento “Con Daniela sulla via della santità”: attraverso testimonianze video, scritti, audio e canzoni unite insieme in un toccante recital, è stato ripercorso il cammino intrapreso dalla giovane di Maggiora. Grande la partecipazione e la commozione tra tutti i presenti, che traspariva dai volti ma anche dalle parole di chi ha voluto condividere quanto è stato toccato dalla vita di Daniela, una vita vissuta sulla croce ma sempre nell’amore.

Il pomeriggio si è concluso con la visita al cimitero, per una preghiera sulla tomba di Danielina. Don Dino Bottino, tra i primi promotori della causa diocesana, ha esortato i presenti a chiedere con coraggio a Daniela: «Sono già avvenuti tanti miracoli spirituali; ora attendiamo quel miracolo fisico, quella guarigione che la porterà alla gloria degli altari». Alcuni gruppi di giovani e non solo hanno già visitato la cameretta di Daniela. Chiara Bonetti, presidente della “Associazione per la Beatificazione e Canonizzazione di Daniela Zanetta”: «Il locale che la ospita è aperto al pubblico su appuntamento: chi vuole può contattarci via mail all’indirizzo associazionedanielazanetta@gmail.com o attraverso i social media (www.danielazanetta.org; https://www.facebook.com/danielazanetta2.0/) dove si possono trovare anche approfondimenti e aggiornamenti».

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