Comunali, il voto premia il centrodestra

Il forte vento di destra che attraversa l’Europa, dalla Grecia alla Spagna, consolida il consenso verso i partiti al governo in Italia. Il centrosinistra perde Ancona e non riconquista le ex città rosse della Toscana. Forte affermazione del candidato di Fratelli d’Italia in Sicilia. Tra le poche eccezioni il successo di misura del dem Possamai a Vicenza
Centrdestra unito e vincente Foto Filippo Attili/Palazzo Chigi/LaPresse 26-05-2023 CATANIA, Giorgia Meloni con Salvini, Tajani e Lupi con il sindaco Trantino

Le elezioni comunali hanno confermato nel voto del ballottaggio del 28 e 29 maggio l’effetto Meloni posto in evidenza su cittanuova.it all’indomani del primo turno. Un vento che tira verso destra sul continente intero come dimostra il voto delle politiche in Grecia e quello delle comunali in Spagna che ha portato il premier socialista Sanchez a sciogliere il Parlamento e convocare le urne per l’imminente mese di luglio.

Nel Paese iberico cresce non solo il Partito popolare ma anche Vox, la formazione di destra vicina a Fratelli d’Italia, che supera Podemos come terzo partito a livello nazionale. Anche una figura di riferimento della sinistra europea come Ada Colau arriva solo terza a Barcellona, la città catalana che ha amministrato finora.

Il voto italiano viene salutato trionfalmente sulla stampa di area governativa che parla, a ragione, di una sconfitta senza appello del centro sinistra. Emblematica la caduta di Ancona, considerato l’ultimo fortino rosso nelle Marche che virano a destra, e la conferma della maggioranza di segno governativo nelle città toscane considerate blindate da una prevalenza dell’elettorato proveniente in gran parte dall’ex Pci.

Massa , Pisa e Siena vanno al centrodestra, mentre in Umbria nella città operaia di Terni c’è stata una sfida tra due candidati di destra con la vittoria dell’esponente “civico” Stefano Bandecchi, forte della presidenza della società calcistica della Ternana e dell’immagine di concreto imprenditore che è riuscito a trasmettere. Anche a Brindisi, in Puglia, ha vinto il centrodestra nonostante l’aspettativa per un’alleanza tra Pd e 5 Stelle, partito più radicato nel meridione.

La sconfitta nel ballottaggio rivela la debolezza organizzativa della sinistra che storicamente riusciva a mobilitare più persone verso le urne anche nel secondo turno che vede in prevalenza uno svuotamento di partecipazione.

L’unico caso significativo arriva a sorpresa dal Veneto con la vittoria, a Vicenza,  per soli 500 voti di distanza del giovane candidato del Pd Giacomo Possamai sul sindaco uscente di centro destra Francesco Rucco.  Possamai ha un profilo moderato che è stato sottolineato da più parti come una chiave interpretativa di un successo maturato da una strategia lontana da quella della Schlein, pur avendo entrambi un curriculum di campagna elettorale svolta negli Usa a favore del democrat Obama.

Si andava al voto non di ballottaggio  in Sicilia dove risalta il successo raccolto a Catania dal candidato di Fratelli d’Italia Enrico Trantino che supera il 60% dei voti. Il suo comizio finale ha ricevuto una speciale attenzione da Rainews24, ma la polemica non durerà a lungo visti i risultati così eclatanti in una regione dove per vincere, secondo la legge elettorale siciliana, basta superare il 40%. Colpisce in Sicilia la forte mobilità dei consensi che in queste elezioni ha punito in maniera particolare i 5 Stelle che finora avevano mantenuto una certa presenza significativa. Nelle elezioni locali conta molto, come sempre, il rapporto personale che giustifica, ad esempio, il 63% dei voti espressi a Ragusa, sempre in Sicilia, a favore di Giuseppe Cassi, sindaco uscente eletto la prima volta con il centro destra e ora in maniera autonoma e classificato, perciò, come di “centro”. Tra le città siciliane maggiori il centrosinistra si conferma a Trapani con Giacomo Tranchida che raggiunge il 42,5% dei voti.

Il voto delle comunali consegna “un Paese senza opposizione” come dice Augusto Minzolini su Il Giornale? Di sicuro sui media si è vista e sentita poco, e ancora meno spazio avrà in futuro, la segretaria del Pd che non sembra avere un partito compatto e una prospettiva di ricostruzione di un’area di centro sinistra capace di suscitare nuovi consensi. Sembra poco sostenibile condurre ancora per un anno la contesa con i 5 Stelle ed ex terzo polo per l’egemonia di un polo alternativo ad una destra che resta unita nonostante le diverse sensibilità che l’attraversano.

L’analisi della sconfitta è un esercizio utile da svolgere considerando le grandi questioni che si aprono all’orizzonte in campo sociale ed economico in uno scenario internazionale segnato dalla guerra in corso in Ucraina.

 

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