Il cinema indaga le fragilità

Escono "Tàr" di Todd Field e "The Son" di Florian Zeller. Due lavori sulla difficoltà di amare
Tar
Noemie Merlant, da sinistra, il regista Todd Field, Cate Blanchett, Nina Hoss e Sophie Kauer posano per i fotografi all'arrivo alla prima del film "Tar" a Londra, mercoledì 11 gennaio 2023. (Foto di Scott Garfitt /Invisione/AP)

Lydia Tàr è una direttrice d’orchestra a Berlino. Si è fatta strada grazie alla disciplina, al talento, alle amicizie. È compositrice, insegnante, scrittrice pluripremiata. Efficiente burocrate, è una donna dura, esigente, carismatica, sicura. Nel privato convive con una altra donna che è anche il primo violino dell’orchestra, ha una bambina ipersensibile, una assistente italiana efficiente. Rapporti fra donne apparentemente sereni. Lydia è determinata, è una star internazionale della musica classica che detta legge.

Non mostra alcuna fragilità. Non ha paura dei giovani anche se la contestano, sa essere sprezzante. Si immerge nel suo mondo: l’orchestra, la musica, Mahler. Ma Lydia ha anche lati oscuri: si innamora di una giovane violoncellista russa, per favorirla compie delle ingiustizie. Il potere che possiede può renderla indifferente o crudele.

Ma quando la sua ex assistente la lascia e la denuncia per molestie sessuali nei confronti di una studentessa che si è suicidata, le crepe iniziano a vedersi. È l’ora del Me too che le mette contro la gente, la stampa e rapidamente anche amici e colleghi. Lydia si difende, si strugge, diventa aggressiva: ma è sola con il suo narcisismo violato.

Potrà ricominciare andando in un Paese lontano una vita nuova?

Il film è assai interessante: mette a nudo la superbia dell’egocentrismo distruttivo presente nella società, anche artistica, l’ipocrisia dei rapporti e la capacità dei giovani di esser disposti a tutto pur di far carriera ma anche di contestare i “maestri”. Il lavoro è lungo, manca un po’ l’equilibrio fra le due parti – il successo e la caduta – e i dialoghi tradiscono una certa ideologia femminista evidente. Il film, con venature horror, regge sulla interpretazione mirabile di Cate Blanchett (Coppa Volpi come miglior attrice a Venezia ’22) che dà corpo ad una figura enigmatica, in fondo irrisolta, tenace e disperata. La musica non basta a colmare le fragilità, il potere affascina e distrugge. Crolla il mito del direttore d’orchestra tirannico, uomo o donna che sia, e carismatico sul podio – si cita molto Bernstein – ma poi vulnerabile nel privato. Eppure, dal fallimento, dalla perdita della fama e degli affetti, si può forse ricominciare? È la domanda che ci lascia il regista Todd Field tornato dopo sedici anni dietro la macchina da presa.

 

Anteprime

The Son è uno di quei film che ti inchioda alla poltrona, scuote e commuove senza essere pesante, tanto è avvincente e vero. Peter Miller (Hugh Jackman, quello di Volverine, qui superbo attore) è un avvocato americano di successo, tentato dalla politica: divorziato dalla moglie Kate, sta con Beth (Vanessa Kirby) che gli ha dato un bambino. Nella sua nuova vita irrompe il primo figlio, il diciassettenne Nicholas (Zen McGrath) pieno di problemi e ribelle. Mente, non va a scuola, non ha amici, è tristissimo. La madre non sa che fare e Peter lo porta a casa sua sperando che la crisi passi. Ma il ragazzo è vittima di una depressione che lo sconvolge, non vede un futuro, ha la ferita della separazione dei genitori mai rimarginata. Chiede aiuto, ha paura. Peter si illude di risolvere la malattia, ma il ragazzo tenta il suicidio, torna a casa, si sente amato, però la malattia non perdona.

Basta l’amore dei genitori a dare speranza ai ragazzi impauriti e depressi? Come vivono i genitori il senso di colpa che li prende constatando la loro stessa fragilità, il loro fallimento? Il film si pone le domande senza retorica, nei fatti, ed escono le figure umanissime e commoventi del figlio sofferente, del padre desolato, di una malattia mentale difficile da circoscrivere. Libero da stereotipi, il film racconta una esperienza di vita reale con sincerità e la comunica con assoluta verità. Da non perdere, per i figli e i genitori. Esce il 9

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