Cercando la gravidanza

L’efficacia dei metodi naturali, secondo uno studio italiano recente, sembra superiore alla PMA

L’Organizzazione mondiale della sanità definisce l’infertilità come l’incapacità di ottenere una gravidanza dopo 12 o più mesi di rapporti liberi. Si stima che il problema interessi il 15-20% delle coppie nel mondo. Una difficoltà, dunque, che impatta sulla vita e le speranze di tante persone, di fronte alla quale oggi si pensa che l’unica o la migliore soluzione sia ricorrere a una tecnica, in particolare la procreazione medicalmente assistita (Pma).

Purtroppo, quest’ultima separa l’evento unitivo da quello fecondativo; in questo senso si usa sostenere che il costo psicologico della Pma sia assai più pesante di quanto non lo sia già quello economico. Può essere utile allora sapere che esiste un’alternativa, scientificamente validata.
I metodi naturali per la regolazione della fertilità permettono di individuare il periodo fertile del ciclo femminile. Si basano sull’osservazione quotidiana di alcuni sintomi che nella donna variano da ciclo a ciclo, secondo la sua specifica condizione ormonale.
Oggi ormai si ricorre ai metodi naturali più per cercare una gravidanza che non per rimandarla o evitarla. E l’uso di questi metodi sta diventando per alcune coppie un’opportunità per evitare il ricorso precoce alla Pma. L’Asl 2 del Veneto ha stipulato una convenzione con il Consultorio Familiare socio-sanitario del “Centro della Famiglia” di Treviso per l’insegnamento di un metodo naturale per ricercare la gravidanza prima di iniziare l’iter della Pma.

Quest’anno si è concluso anche il “Protocollo Metodi Naturali nella ricerca della gravidanza”, studio italiano volto a valutare l’efficacia dei metodi naturali insegnati nel nostro Paese (Billings, Sintotermico CAMeN e Sintotermico Rötzer) nella ricerca di una gravidanza. Lo studio, promosso dalla Confederazione italiana dei Centri Rnf, è stato coordinato dal Centro studi e ricerche per la regolazione naturale della fertilità dell’Università Cattolica del S. Cuore di Roma. Risultati preliminari dello studio erano stati resi noti in occasione di congressi internazionali: Nfp 2015 e Academy of Human Reproduction 2017.

I risultati sembrano importanti, perfino forse eclatanti e degni di essere discussi perché mettono in luce il successo nell’uso dei metodi naturali. Sono state studiate 340 coppie in cerca di un figlio, che hanno imparato a riconoscere con precisione, attraverso i metodi naturali, il momento fertile del ciclo della donna e hanno poi cercato la gravidanza con rapporti mirati. Ben il 71% delle coppie ha ottenuto una gravidanza e il dato pare, già di per sé, notevole. Ma più notevole ancora è il numero di gravidanze ottenute da coppie con fattori di rischio per la fertilità: età della donna superiore a 35 anni, ricerca di gravidanza da più di un anno, indice di massa corporea superiore a 30, patologie maschili o femminili con effetti negativi sulla fertilità. In una casistica (metodo Billings) con alta prevalenza di patologie maschili o femminili, la percentuale di gravidanze ottenute ha sfiorato i due terzi. Nel caso in cui erano presenti patologie in entrambi i partner la percentuale sfiora il 40%; dati questi ancora più eclatanti.
Lo studio non poneva alle coppie limiti di età o di tempo da cui cercavano la gravidanza. Erano esclusi solo i casi di sterilità assoluta: impervietà tubarica bilaterale, menopausa, azoospermia (assenza totale di spermatozoi). L’età media delle donne era per due terzi inferiore o uguale a 35 anni e per un terzo superiore. Il tempo medio di ricerca precedente della gravidanza prima dell’uso del metodo naturale per due dei metodi naturali era di 12 o più mesi; alcune coppie cercavano la gravidanza addirittura da 15 o 17 anni.

L’esito delle gravidanze in aborto spontaneo (12-14%) è, in base all’età, sostanzialmente sovrapponibile alla frequenza di aborti spontanei nelle altre casistiche ginecologiche. 340 coppie sono poche per la validazione statistica dei risultati dello studio, ma il trend di 2/3 di successi contro 1/3 di insuccessi cambierebbe in una casistica statisticamente più adeguata? Una numerosità più alta difficilmente sovvertirebbe l’evidenza palese dei risultati di questo studio.
È utile a questo punto porsi una domanda: la ricerca di gravidanza mediante uso dei metodi naturali può essere un’alternativa alla Pma? È una sfida aperta, nella quale va considerato anche l’importante contributo dei metodi naturali nella diagnosi di patologie talora asintomatiche che possono compromettere la fertilità. Non ha senso contrapporre i due metodi. Comunque, le gravidanze ottenute con i metodi naturali sembrano superiori, nello studio, a quelle ottenute con la Pma.

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