C’è poco da ridere…

Per anni solo cinepanettoni. Ora qualcosa si muove. Durerà? 
Aldo

«È morto Mario Monicelli. Non lascia eredi», si leggeva sul sito Spinoza.it dopo la scomparsa del grande regista toscano. Una battuta difficile da contestare, considerando le condizioni in cui ormai da anni versa il cinema comico italiano.

Se una volta avevamo qualcosa da insegnare al mondo (Germi, De Sica, Monicelli, Comencini, Risi, Scola, solo per fare qualche nome, oltre all’immenso Totò) e qualcosa di buono aveva resistito alla crisi degli anni Ottanta (Troisi, Benigni, Salvatores, Verdone), oggi il cinema comico italiano sembra condannato al format del cinepanettone mordi e fuggi, condizionato da una volgarità programmatica di stretta derivazione televisiva, inchiodato nell’analisi sociale all’assunto, da dimostrare, che in fondo tutto ciò è lo specchio di un’Italia sempre più abbruttita.

Così al box office stravincono i soliti noti, la critica tenta di salvare il salvabile lanciandosi in improbabili riscoperte e rivalutazioni e contro chi si ostina a storcere il naso si avanzano accuse di moralismo bacchettone e di intellettualismo elitario.

 

Ma in questo sconsolante panorama qualcosa si è mosso. È bastato un remake di un blockbuster francese come Benvenuti al Sud per riscoprire il piacere di ridere al cinema senza sguaiatezza e cattivo gusto, con straordinari risultati anche al botteghino. E ora con l’ultima fatica di Aldo, Giovanni e Giacomo, scopriamo che un cinema diverso non solo è possibile, ma necessario per portare un po’ d’aria fresca in un genere ormai asfittico.

La banda dei Babbi Natale segna il ritorno del trio milanese al cinema vero (e non alla sequenza di sketch dei loro ultimi film) con la messa in scena di un racconto natalizio con gli ingredienti giusti per riconquistare il grande pubblico. La loro è una comicità elegante, intelligente e gentile, lontana dal trivio imperante, che non disdegna il politicamente scorretto e anima quei personaggi che abbiamo imparato ad amare nel tempo: inadeguati, incompresi, ma sani. L’operazione riesce, si ride di gusto e spesso, anche se non tutto nel film funziona.

Se si possa parlare di nuova stagione del cinema comico italiano, è da vedere (di eredi di Monicelli non c’è traccia), ma questi segnali fanno sperare.

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