Il 7 dicembre 2023 il Movimento dei Focolari ha festeggiato l’80° anniversario dalla fondazione. Ma a 17 anni dalla morte della fondatrice Chiara Lubich (1920-2008), c’è meno entusiasmo, gli aderenti diminuiscono, le comunità e le strutture invecchiano, i casi di abuso hanno scosso il Movimento. Per di più, noi che dovremmo essere “quelli dell’unità” ci stupiamo di non riuscire sempre a trovare un’intesa su tanti argomenti di discussione, insomma ci polarizziamo, come tutti nel mondo di oggi.
Se nel XX secolo Chiara Lubich era convinta che “il mondo si sta muovendo verso l’unità” e che “l’unità è un segno dei tempi”, nel XXI secolo sembra vero il contrario: sperimentiamo frammentazione, polarizzazione e separazione, nonché vecchie e nuove forme di autoaffermazione violenta, personale o collettiva. In questo contesto, alcuni si chiedono: «C’è ancora bisogno di noi?».
Avremmo bisogno di forze che uniscano. Ma l’unità senza contraddizioni è superficiale, perché considera le differenze come una minaccia. C’è invece bisogno di una spiritualità che possa mettere insieme l’incontro e la distinzione, la comunione e l’autonomia, in modo che le diversità possano incontrarsi e stare insieme senza timore di perdere ciò che è loro proprio, anzi contribuendo, per amore, allo sviluppo dell’altro proprio nella sua diversità.
È appunto questo il nucleo spirituale del Movimento dei Focolari. Per Chiara, unità significa essere uno in Cristo. E lo siamo, se in ognuno è vivo il Risorto attraverso l’amore, il dono di sé e la piena accoglienza dell’altro. Se questo amore diventa reciproco, allora ognuno si impegna a fare venire fuori l’altro, a mettere in luce i suoi talenti, i suoi doni, la sua più vera personalità. In questo modo cresce – per l’amore – il legame, l’unità, ma è lo stesso amore che rende i due sempre più se stessi e dunque sempre più diversi. Questa dinamica la potremmo chiamare unità trinitaria o distinzione trinitaria.
Per Chiara, dunque, l’unità trinitaria non evita la distinzione, ma la contiene e la favorisce. E la distinzione trinitaria non si oppone all’unità, ma la esprime e la fa crescere. Il cammino verso l’unità, infatti, non è un processo di assimilazione, in cui una persona si adatta ad un’altra o alle esigenze del gruppo, rinunciando alla propria autonomia e identità. L’unità trinitaria non va neanche confusa con l’armonia, in cui ci si incontra spesso sulla base del minimo comune denominatore. L’unità trinitaria è più della tolleranza, che accetta gli altri, ma tende a confermarli così come sono. È più della diversità riconciliata, anche se questo atteggiamento risveglia comunque la comprensione reciproca per le differenze rimanenti.
L’unità è trinitaria, invece, quando valorizza la pluralità e sviluppa la libertà, quando permette una prossimità che non opprime l’altro, non se ne appropria, ma lo promuove nel suo essere profondo. Essa nasce solo da individui che non hanno bisogno dell’altro, né lo usano.
La distinzione è trinitaria quando pluralità, diversità e libertà si integrano in un concerto che fa risuonare la melodia dell’unità nella sua polifonia; quando chi è diverso offre la sua diversità come dono agli altri; quando i distinti “gareggiano nello stimarsi a vicenda” (cfr. Rm 12,10). Ma va sottolineato un punto: un’unità che favorisce la distinzione, e una distinzione che accresce l’unità sono vivibili – qui in terra – solo con Gesù abbandonato, cioè con la disponibilità di dare all’altro tutto lo spazio di cui ha bisogno.
Se il Movimento dei Focolari torna a questi elementi centrali, ha un messaggio e uno stile di vita molto moderni da offrire: un cammino verso il diventare uno, che non solo tollera le diversità, ma le sviluppa generando libertà e autonomia. Per affermare questo modello di vita, il Movimento dei Focolari deve rivedere molto forme gerarchiche di leadership; deve superare una concezione dell’unità che non tollera le contraddizioni; deve liberarsi da forme di affiliazione rigide; da strutture organizzative non più valide.
È necessario anche un approccio umile verso le persone che non hanno trovato posto in qualche struttura del Movimento o l’hanno lasciato delusi e feriti, ma vogliono allineare la propria vita al carisma dell’unità. Spesso hanno tanto da darci e tanto da insegnarci. Verso i nuovi movimenti spirituali, caratterizzati dal carisma del Movimento dei Focolari, che spesso portano lo spirito di unità nel senso di Chiara in ambiti specifici della Chiesa e della società, serve uno sguardo di stima, da cui potrebbero nascere nuove forme di collaborazione.
Infine, ci sono giovani motivati e qualificati nel Movimento che spesso sono ancora solo oggetto di “piani di sviluppo”, invece di soggetti e veri protagonisti che potranno contribuire con idee e forme nuove. Alcuni di questi sviluppi sono già in corso.
I Focolari hanno un futuro se continuano a rimanere in movimento:
– all’interno, puntando sul messaggio centrale di unità che nasce dall’amore per Gesù abbandonato;
– all’esterno, verso le periferie (comprese quelle dello stesso Movimento), dove proprio questo Gesù abbandonato attende coloro che si sono impegnati con lui e si collocano con lui nelle fratture del nostro tempo.
—
Altri articoli sull’argomento qui.